Testi critici
Note biografiche
Ruote, ingranaggi taglienti, di una precisione assoluta, che marciano sincronizzati, come il meccanismo di un orologio svizzero, ultraperfetto. In più ci sono i colori, purissimi, smaglianti, senza sfumature o sbavature. Fernanda Borio si è scelta i maestri ideali nell'universo futurista di Giacomo Balla e Fortunato Depero. Il gran burattinaio Marinetti l'avrebbe inserita senza indugio nell'elenco dei suoi adepti che, all'inizio di questo secolo, rivoluzionarono la cultura ufficiale in tutte le arti. La fantasia cromatica e ingegneristica di Fernanda Borio, tuttavia, non è datata. Voglio dire che va avanti, come va avanti il Futurismo, che continua a essere all'avanguardia, perché ha in sé infinite innovazioni, da apprezzare, da amare. Ogni ricerca, ogni scomposizione, nella tecnica pittorica intelligente, prediletta dall'artista, in cui si intersecano i piani di ogni lavoro-oggetto-scultura, è come se avesse inserito un carillon, una musica che, a intervalli regolari, misura il tempo, anzi lo riproduce. Si possono guardare le opere di Fernanda Borio senza accusare stanchezza. Inoltre con un tocco delle dita si possono invertire le tabelle di marcia, recuperare il passato, o proiettarci nel futuro. Lei, l'autrice, ci lascia fare. Anzi, ci permette la manipolazione, il gioco degli incastri. La girandola dei colori si mescola a quella dei sentimenti. Tutto volteggia intorno alla matrice interiore, al desiderio-chiave dell'assoluto, ai personaggi che l'inconscio proietta al di fuori di noi, come automi incantevoli, che sanno tenerci compagnia di notte e di giorno, nei mutamenti delle stagioni, degli anni, dei luoghi. La geometria dell'illusione, la civiltà delle macchine (come la chiamava il poeta Leonardo Sinisgalli) si inserisce nel nostro quotidiano, viaggia con noi, si installa da padrona nello spazio della casa, di una stanza, di uno scaffale. Qualsiasi materiale consente cambiamenti, offre soluzioni. Il plexiglas specialmente, indistruttibile, piacevole, trasparente, dove ombre e luci si amalgamano, si attraversano, si moltiplicano, in un inganno che attrae, che può variare all'improvviso, o durare per sempre. A volte, in quel divertimento pericoloso, in cui i movimenti sezionano la vita, si insinua un pensiero come una freccia mortale: quel sistema di ruote dentate afferrerà qualcosa di noi, un lembo di pelle, un'unghia, i capelli? Potrà stritolarci, sconvolgerci, inghiottirci, senza una possibilità di liberazione? E tutto quasi gioiosamente, in un trionfo di luci, di colori, di sintonie? Mentre le note che crescono, che aumentano di intensità nascondono le grida di aiuto, le invocazioni. Domande inquietanti, alle quali l'artista non risponde, sfuggendo evasiva, immersa in nuove esercitazioni, intenta a tagliare, a squadrare, a sovrapporre le forme iridate, anche quei bianchi e neri terribili, che indicano l'inizio e la fine esistenziale, il mistero dell'essere, così volubile e imperituro, da spaventare. Restiamo allarmati davanti al vuoto, e in quello spazio, in quella cavità, percepiamo quel leggerissimo suono, come un pendolo che non si ferma, che regola il ritmo dell'orologio-scultura di Fernanda Borio. Un artificio-verità, quasi perverso, estremamente femminile. Che noi accettiamo per voluttà di sofferenza, per spirito di sacrificio.
Milena Milani Cortina d'Ampezzo lunedì tredici gennaio 1997
Fernanda Borio è nata a Milano nel 1925. Allieva di Giacomo Manzù,
si è diplomata presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Espone dal
1954. Svolge un'attività artistica che alterna ricerche pittoriche in
varie direzioni a ricerche plastiche adottando diversi materiali. Ha partecipato
a numerose esposizioni tra le quali: 1953, XI mostra nazionale concorso della
ceramica, Faenza; 1954, X Triennale di Milano con diploma di collaborazione
per la ceramica; 1955, mostra concorso per la ceramica, Vicenza; 1955, mostra
concorso per tessuti d'arredamento indetta dal Centro Internazionale delle Arti
e del Costume, Palazzo Grassi, Venezia, (segnalata); 1970, 90 pittori in collettiva,
Galleria "14", Piacenza; 1976, personale di pittura e grafica, Biblioteca
Comunale di Segrate (Milano); 1982, personale di acquerelli, Biblioteca Civica
di Moncalvo (Asti); 1983, personale di acquerelli, Galleria Patrone, Alessandria;
1985, mostra di 4 pittrici, Centro Congressi Jolly Hotel Milano 2; 1992, personale
di acquerelli, Citifin, Milano; 1992, personale di acquerelli, Palazzo Comunale
di Magreglio (Como); 1993, personale di acquerelli sul tema: "La Maschera e
il Mito", Citifin, Milano; 1993, collettiva "Per Grazia Ricevuta", Studio D'Ars
Milano, Santuario di San Romedio, Val di Non (Trento); 1994, collettiva per
il primo cinquantenario del libro "Il Piccolo Principe" di Saint-Exupéry,
Studio D'Ars, Milano, New York Morgan Library, Museo dell'Aeronautica G.Caproni,
Trento,
Centro Culturale 5-55, Roma, Liceo Italiano Leonardo da Vinci, Parigi, La Cité
Scolaire Internationale, Lione; 1994, prima personale di scultura in plexiglas,
galleria d'arte Ada Zunino, Milano; 1995, collettiva "Le Ali del Leone: Storie
di Angeli nel cielo di San Marco", Venezia; 1995, "Albero della Poesia" itinerari
80 a cura di Giancarlo Da Lio, Venezia-Mestre; 1995-1996, "Artista in-formato",
Galleria Venezia Viva, Venezia; 1995-1996, collettiva "Leoni da Venezia", Scuola
Guglielmo Marconi, New York, The Frank V. De Bellis Collection San Francisco
State University, (Stati Uniti); 1996, Circuito Studi Aperti by Giancarlo Da
Lio, Venezia-Marghera; 1996-1997, "Regalo d'Autore", galleria d'arte Ada Zunino,
Milano; 1996-1997, "Giovani Fotografi 1996", Banca Popolare di Milano, sede
di Roma; 1997, personale di
sculture in plexiglass, Galleria Vinciana, Milano, ARTissima Torino ; 1998 partecipa
con opere fotografiche alla rassegna "Tra pittura e fotografia: omaggio
a Giovanni Segantini" Galleria Il Salotto, Caglio, "Agenda d'Arte"
Edizioni Ada Zunino Milano; 1999 partecipa con una scultura luminosa alla rassegna
"Omaggio a Volt@" indetta dalla galleria d'arte Il Salotto di Como
in occasione delle manifestazioni lariane per il bicentenario dell'invenzione
della pila; con un vaso in ceramica ispirato al Movimento Nucleare partecipa
alla rassegna "Omaggio a Lucio Fontana nel centenario della nascita"
presso lo Studio D'Ars di Milano e Banca Popolare di Milano, sede di Seregno;
2000 personale galleria d'arte Osemont, Albissola Mare (Savona), partecipa con
opere in ceramica degli anni Cinquanta alla rassegna "Encliclplaedia Vol.II"
galleria Il Salotto, Como.
Opere di Fernanda Borio si trovano presso collezioni private e pubbliche fra
le quali:Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, Palazzo Comunale di Segrate
(Milano) - Civico Tempio di San Sebastiano, Milano - Biblioteca Civica di Moncalvo
(Asti) - Palazzo Comunale di Magreglio (Como) - Palazzo Comunale di Caglio (Como)
- Santuario di San Romedio, Val di Non (Trento) - Banco di San Marco (Venezia)
- Frank V. De Bellis Collection, San Francisco (Stati Uniti). Dal 1998 il Comune
di Moncalvo (Asti) ospita in permanenza un corpus di opere di Fernanda Borio
dal 1949 al 1997. Nel 1999 posiziona due grandi sculture in plexiglass "Il
Sole" e "La Luna" nella sede della Libreria Bocca in Galleria
a Milano. Nel 1998 esce la monografia "Fernanda Borio" (Ed. Bocca
Milano) con testi di Roberto Sanesi, Milena Milani, Fernanda Borio.