Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
ARBORES ET HERBÆ

mostra tematica interdisciplinare
12 giugno - 15 luglio 2004



Amilcare Rambelli
Seme - 1982
bronzo - altezza cm. 13


Note biografiche:
Amilcare Rambelli è nato il 21 agosto 1924 a Milano, che lascia nel 1943. nel pieno del dramma della guerra. interrompendo gli studi al Liceo Artistico di Brera, per rifugiarsi in Abruzzo, terra d’origine dei genitori. Rientra nel 1945 a Milano, dove esegue caricature per 1’“Illustrazione Italiana” e poi copertine e illustrazioni di libri, soprattutto, intorno al 1949, per la casa editrice Baldini e Castoldi di Milano. Sullo sfondo, il clima vivace dell’immediato dopoguerra, animato dalla volontà di riallacciare l’arte alla vita, alla storia, ai suoi problemi, che lascia il segno sui suoi interessi e indirizza i suoi futuri programmi. Lo interessa soprattutto la tematica sociale, che influenzerà sensibilmente la sua pittura degli anni cinquanta, vissuti di nuovo in Abruzzo, dove conosce Elisa, che diventa la sua compagna e collaboratrice. Vive dal 1950 al 1955 a Teramo, quindi a Castelmuovo Vomano, un paese di quel territorio. Nel 1955 e nel 1957 tiene due personali a Roma, nella Galleria Marguttiana.  Prima, nel 1953 e nel 1954 aveva esposto nel Circolo Teramano, quindi, sempre a Teramo, in quello della Stampa. E’ inoltre presente nel 1956 al Premio Marsica di Avezzano e nel 1957 al Premio Michetti di Francavilla a Mare. Oltre che alla pittura e al disegno si applica alla ceramica, già del resto coltivata a Milano nel dopoguerra. Nel 1959 torna definitivamente a Milano, dove soprattutto si dedica alla scultura, con un’attenzione specifica per la materia, che si affianca al gusto artigianale del fare. Nel 1962 apre la prima personale milanese, nella importante Galleria Pater, presentando opere in terracotta in cui strutture organiche si sviluppano dall’apparente informalità della materia. Negli anni seguenti procede nella ricerca sul momento generativo della forma, anche in lavori di notevoli dimensioni, saggiando il rapporto tra superfici scabre e organismi emergenti dall’interno di fenditure che spezzano l’uniformità plastica, in analogia con lo sviluppo generativo della natura. Esemplare di tale momento è una monumentale scultura per il Museo Pagani di Legnano. Altro intervento di grandi dimensioni, in scala ambientale, è la “Scultura abitabile”, lunga 33metri per il padiglione della Manifattura Ceramica Pozzi alla 44a Fiera di Milano del 1966. Questa enorme struttura è in ferro-gesso-alluminio, ma in genere dalla metà del decennio Rambelli preferisce la fusione in bronzo, con cui realizza strutture a ruota, ad elicoide, a calice, emergenti da una base o dislocate nello spazio secondo una concezione essenzialmente dinamica della scultura, con evidenti richiami al mondo delle macchine. In seguito utilizza anche materiali quali l’acciaio, il plexiglas, l’alluminio. Nel 1964 è presente ad Arche 12 a Bad Pyrmont. Nel 1965 partecipa ad Alternative attuali all’Aquila, alla IX Quadriennale di Roma, alla Biennale di Milano e a rassegne a Bruxelles. E’ vicino all’architetto Luciano Baldessari e amico degli artisti Benevelli, Marchese, Ghermandi, Cavaliere, Garelli, Bellandi, Pozzati, Scanavino e dei critici Caramel, Crispolti, Bellonzi, Fossati, Margonari, Mascherpa, Kaisserlian, Tadini, Valsecchi, L.Vinca Masini, che accompagnano puntualmente la sua evoluzione creativa. Nel 1967 è di nuovo presente ad Alternative attuali all’Aquila, alle Biennali di Carrara e di Verona e al Premio Lissone, Nel 1967-68 studia e realizza con Giorgio Bellandi la mostra “Le persecuzioni” presso la Galleria del Grattacielo a Milano. Le tensioni insite nell’opera, negli ultimi anni ‘60, si proiettano sempre più all’esterno, coinvolgendo radicalmente lo spazio ambientale. Le linee di forza diventano strutture portanti; i nuclei concettuali sono racchiusi nella memoria fotografica così come il disegno progettuale. L’artista lavora sul rapporto tra elementi di sistemi organici e strutture di sistemi meccanici: nasce una sequenza progettuale che prelude a complessi assemblaggi polimaterici nei quali acciaio, rame, bronzo, alluminio, plexiglas, frammenti disegnativi e pellicole trovano inediti equilibri. Si tratta di opere che tendono verso un’impostazione geometrica, tecnicamente innovative e suggestive, che aggrediscono lo spazio in ogni direzione con intenso dinamismo, testimoniando la ricerca di una consonanza tra l’artista e il proprio tempo. Un’ulteriore procedimento di sintesi caratterizza le opere realizzate intorno alla metà degli anni ‘70. Organizza il progetto “Lavoro di gruppo” con alcuni giovani scultori amici. Tra essi Pietro Coletta. Nel 1968 partecipa alla mostra di scultori italiani al Musée d’art moderne di Parigi e ad Alternative attuali 3 all’Aquila; nel 1969 ad Aspekte aus Italien a Innsbruck e a Scultori italiani contemporanei al Cairo, rassegna portata nel 1970 a Teheran ed in seguito in città tedesche. Nel 1971 espone al Museo d’arte contemporanea di Budapest, alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona, al Museo nazionale di belle arti di Buenos Aires e a Milano, alla Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Opere di Rambelli sono presenti a varie edizioni del Premio del Bronzetto a Padova; nel 1971 a Tokyo; nel 1972 alla Rassegna d’arte italiana contemporanea a Buenos Aires, al 26° Salon des réalités nouvelles a Parigi, a Iki di Düsseldorf, e con incisioni alla Buchmesse di Francoforte; nel 1973 alla XV Triennale a Milano, alla rassegna internazionale di scultura della Saar, Iki e ad Art 73 di Basilea, a Italy 2 al centro civico di Filadelfia e a Düsseldorf; nel 1974 alla mostra di scultura italiana a Hong Kong e alla X Biennale di Mentone; nel 1975 alla mostra di scultura italiana all’Alten Museum di Berlino e alla Pinacoteca nazionale di Atene, a Moderne italienische bildhauer a Lugano e Aarau. Personali nel 1969, nel 1970 e nel 1971 al Salotto di Como, nel 1971 alla Galleria Raccolta S.Simpliciano, nel 1972 nelle Gallerie Angolare di Milano e La Città di Verona. Ultima personale, vivente l’artista, alla Galleria Angolare di Milano nel 1975. Antologiche postume alla galleria San Fedele di Milano nel 1976, a Generazione anni Venti, Rieti 1980, all’Internazionale d’arte di Milano nel 1987 (Rambelli-Bellandi) e alla galleria Montrasio di Monza nel 1988. Opere a Scultura a Milano 1945-1990 alla Permanente, al Museo Marino Marini di Firenze e alla Kunsthalle di Mannheim e di Darmstadt nel 1990-91; a Il giardino della scultura a Monza; a Scultura astratta a Milano: ricerche plastiche dopo l’Informale 1960-65 a Gazoldo degli Ippoliti e al Palazzo delle Stelline di Milano nel 1997; Rassegne alla Sala civica della Città di Teramo e all’Accademia di Brera sono dedicate all’artista nel 1997-98. L’opera di Amilcare Rambelli, che muore improvvisamente e prematuramente nel gennaio 1976, costituisce ancor oggi una delle punte avanzate della ricerca nella scultura del dopoguerra. Frutto di un impegno continuo, essa realizza un’immersione sperimentale polidimensionale all’interno dei problemi della scultura, con una ricerca diramata carica di risultati, che la medesima intercambiabilità dei materiali del lavoro dimostra e sottolinea. (nota biografica tratta dal catalogo della mostra antologica a cura di Luciano Caramel presentata nel mese di gennaio 2004 presso la Banca di Teramo).

Per conoscere di più Amilcare Rambelli

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