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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
ARBORES ET HERBÆ

mostra tematica interdisciplinare
12 giugno - 15 luglio 2004

Galliano Mazzon
dal volume: l'essenza dell'essere
litografia - 1972 - cm. 38 x 29


Dall'introduzione a:
l'essenza dell'essere

di Galliano Mazzon -1972
ed. il Trifoglio - Cernusco sul Naviglio - Milano

Questo libro formato da dieci fogli non rilegati, ha per titolo «L’ESSENZA DELL’ESSERE» e nella prima pagina, disegnata e scritta, il titolo viene, per così dire, ampliato e completato. Infatti vi leggiamo: FUGA DI GALLIANO MAZZON VERSO GLI ALTIPIANI. Non certo verso gli altipiani terrestri, ma verso gli altipiani verticali dell’universo, individuandomi nella ricerca meditata della coscienza spirituale.
A questo proposito ho scoperto, con una certa soddisfazione, dopo aver già realizzato questo libro, un contatto con un filosofo indiano contemporaneo, il dr. Asrani, il quale chiama appunto altipiani il graduale allargarsi della coscienza e il suo contatto con i contenuti superiori che a poco a poco elevano il livello generale della personalità.
Con questo non voglio dire che bisogna isolarsi dalla realtà quotidiana; anzi io la mia realtà quotidiana l’ho vissuta e la vivo con tutta intensità.
Emigrante povero in Brasile, ho vissuto duramente l’adolescenza e la prima giovinezza; la prima Guerra Mondiale sul Monte Santo mi ha privato della mano destra; con fatica e sacrificio sono riuscito a diplomarmi all’Accademia di Brera e ad ottenere poi l’abilitazione all’insegnamento dell’educazione artistica nelle scuole medie, dove ho rinnovato il metodo d’insegnamento con nuovi criteri pedagogici psicologici e artistici e questo metodo, - noto col nome di scuola Mazzon - è conosciuto in Italia e più all’estero, dove se ne è occupato anche l’Unesco. Dunque altipiani sì dello spirito, ma non fuga dalle responsabilità e dai doveri della vita.
Lasciata la scuola all’età di 70 anni, io mi sono dedicato e mi dedico con particolare fervore e con la totale dedizione del mio essere, oltre che alla pittura, alla ricerca essenziale di una coscienza spirituale che possa offrirmi, anche sul sentiero della vecchiaia, la possibilità di captare la rivelazione creativa. Ecco come e perché è nato questo libro.
Un vivo grazie devo all’Amico Attilio Severgnini che ha voluto generosamente realizzare - come Editore - quest’opera, impegnando anche la sua personale perizia di esperto artigiano litografo.

Galliano Mazzon
Novembre 1972

Note biografiche

Galliano Mazzon è nato a Camisano Vicentino il 15 luglio 1896; da famiglia numerosa (otto fratelli) che emigrò l'anno seguente a San Paolo del Brasile. Dodicenne apprende a fare il fabbro, costruisce aquiloni, suona il flauto in un'orchestra, vende caramelle ai giardini pubblici e quando può, fugge nella natura vergine. Diciannovenne insegna l'abbecedario agli analfabeti di una scuola serale. Nel 1916 torna in Italia arruolandosi volontario, l'anno seguente perde la mano destra sul Monte Santo. Rieducato in una casa per mutilati, poverissimo, studia all'Accademia di Brera, abilitandosi all'insegnamento del disegno nelle scuole medie inferiori e superiori (1921) e conseguendo il diploma di pittura (1926). Nel 1928-29 ottiene i primi pubblici riconoscimenti per la sua attività di pittore. Frequenta dal 1930 la Galleria del Milione, centro dei pittori astrattisti italiani. Nel 1932 dipinge i suoi primi quadri astratti (trittico "Spazio sensibile"); ha pure esperienze surrealiste. Dal 1934 al 1938 vive solitario in una baita delle Dolomiti del Brenta; lo stesso anno pubblica, anonimo, un libro di poesie. La guerra sopravvenuta lo angoscia e nel 1944 è costretto a curarsi una grave depressione in una clinica di Varese. Nel 1945, tornato a Milano, insegna nella scuola media Alfredo Panzini. Riprende a dipingere, creando una serie di pastelli-inchiostro, dal titolo "Brasiliana", preludenti l'informale. Nel 1948 entra a far parte del Movimento Arte Concreta (M.A.C.) con Soldati, Dorfles, Munari, Di Salvatore, Monnet. Partecipa a importanti esposizioni tra cui la mostra storica (1951) del primo astrattismo in Italia alla Galleria Bompiani (dove, nel dicembre del 1950, era stata presentata la "Scuola Mazzon", mostra dei dipinti degli allievi del pittore, frutto di una pedagogia presto divenuta internazionalmente famosa). Nel 1953 esce dal M.A.C. realizzando un figurativismo idealizzante, lirico e magico, che nel 1950-60 risentirà di influssi parainformali. Nel 1962, alle soglie di una nuova crisi depressiva, originata dal timore di una terza guerra mondiale, dipinge una serie di visioni desolate ed espressionistiche. Superato il momento difficile, inizia il terzo periodo della sua arte, con un astrattismo strutturalista - lirico ed è del 1965 una ampia rassegna di questi nuovi lavori alla galleria Il Salotto di Como. Nell'ottobre 1967 Carlo Ludovico Ragghianti lo presenta a Firenze tra i primi astrattisti italiani alla mostra storica "Arte Moderna in Italia 1915-1935" a Palazzo Strozzi. Nell'ottobre 1969 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra antologica alla Civica Galleria d'Arte Contemporanea. Nel 1971 la galleria Peccolo di Livorno gli organizza un'importante mostra antologica all'Accademia d'Arte a Montecatini. E' deceduto a Milano il 3 luglio 1978.

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