Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
ARBORES ET HERBÆ

mostra tematica interdisciplinare
12 giugno - 15 luglio 2004

 

Il Timeo platonico: la creazione delle piante e dei vegetali
di Fabio Gabrielli

Il Timeo è stato in assoluto il Dialogo platonico più influente fino agli inizi dell’età moderna: basti pensare ai medievali che per molti secoli lessero di Platone solo questo scritto o agli stessi umanisti e rinascimentali che lo considerarono il Dialogo per eccellenza; in età moderna, poi, non possiamo dimenticare i commentari di Bonghi, Taylor e Cornford.
La particolarità di questo Dialogo, la cui tematica è, come è noto, metafisico-cosmologica, consiste nel fatto che la consueta forma dialogica propria degli scritti platonici è riservata solo all’introduzione (il Grande prologo drammaturgico: parte prima e seconda), mentre il discorso di Timeo, parte nevralgica dell’opera, si configura come un vero e proprio trattato.
Lo scritto platonico in questione si può dividere in tre grandi sezioni: il discorso relativo all’intelligenza cosmica e alle sue operazioni; l’analisi del principio materiale da cui nasce il cosmo; la natura dell’uomo e le sue dinamiche interne.
Proprio nella terza parte, Platone affronta il nostro tema, la creazione delle piante e dei vegetali, che costituisce indubbiamente una testimonianza rilevante del pensiero antico.
Vale, quindi, davvero la pena di leggere la pagina platonica nella sua interezza: «Infatti, mescolando una natura affine alla natura umana con altre forme e con altre sensazioni, fecero nascere un altro tipo di vivente. E questi sono gli alberi e le piante che ora vengono coltivati e i semi che, educati dall’agricoltura, divennero domestici per noi, mentre prima c’erano solamente le specie selvatiche, che erano più antiche di quelle coltivate. Infatti, tutto ciò che partecipa del vivere, a buona ragione si può chiamare “vivente”.
E questo di cui ora parliamo partecipa della terza specie di anima che il nostro ragionamento ha dimostrato essere quella posta tra il diaframma e l’ombelico, la quale non ha né opinione, né ragionamento, né intelligenza, ma ha sensazioni piacevoli e dolorose, insieme con gli appetiti.
Infatti il vegetale è sempre in tutti i casi passivo, e il modo in cui è stato generato non gli ha concesso, rivolgendosi su se steso e intorno a se stesso, respingendo il movimento esteriore e facendo uso di quello che gli è proprio, di ragionare di alcuna delle sue cose, avendone conoscenza.
Dunque, il vegetale ha vita e non è differente da un vivente, ma è piantato saldo e radicato per il motivo che esso è privo della capacità di muoversi da se stesso
» (Timeo, 77 A-C; tr. it. di G. Reale).

Fabio Gabrielli, insegnante di filosofia e storia nei licei tiene seminari di antropologia filosofica. Conferenziere e opinionista televisivo presso Espansione TV di Como, ha pubblicato diversi saggi in ambito filosofico e antropologico, oltre a vari volumi nel campo della scolastica; collabora con diverse riviste culturali e scolastiche e con il noto portale di ecocultura Lifegate. Ha pubblicato anche due raccolte poetiche, una della quali nella Collana "Caffè letterario" della Dialogolibri (La polvere sugli astri, Poesie Evangeliche 2003).


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