
Caldarelli Alfonso
Toro
rame, ottone, acciaio - 1990
altezza cm. 30
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Corna e bicorna!!!
Ci sono corna e corna, per numero e genere, nel senso e nell'uso.
Curiosa ne è l'appropriazione scaramantica, per caccia o gesto,
che la nostra cultura persegue a tutt'oggi. Retaggio di antiche pratiche
di magia simpatica, propiziazione, jettatura o sbeffeggio, il coniugare
"corna" con verbi attivi o passivi, farne trofeo o portafortuna
equivale a voler instaurare un rapporto di potere o a significarlo
simbolicamente. Corna e corona, la radice KRN le assimila, ornano
il capo e manifestano dignità, regalità... forza; il
cacciatore, mostrando ardimento vince l'animale e si appropria della
potenza di questo, ne riconosce le qualità di combattente elevando
a ornamento le "armi" dell'avversario... le corna. Il "prendere
il toro per le corna" nel presunto corpo a corpo finale dell'eroe
teseico sviscera peraltro simbolicamente il significato psichico del
sacrificio dell'animale laddove...il cacciatore eroico si confronta
con sé stesso. In segno di ardimento, molti guerrieri e in
particolare i Galli hanno spesso indossato elmi cornuti mentre il
suono del corno incita all'impeto ma... la potenza delle corna può
essere anche di ordine spirituale, come simboleggiano i raggi luminosi
nella raffigurazione michelangiolesca di Mosè. Toro, ariete,
cervo e unicorno sono i cornuti eccellenti della tradizione cui peraltro
appartengono anche lo scarabeo, la lumaca, il rinoceronte e quadrupedi
meno citati come la gazzella, l'antilope... e altri. Le corna del
toro, dei bovidi in genere, ricordano l'immagine della luna crescente
e sono legate simbolicamente al culto di Iside, la dea della fertilità
e della fecondità, come pure, per forza e foga irresistibile,
a Dioniso dio della virilità feconda. Le corna spiralate dell'ariete
posseggono invece carattere solare, attributo anche di Apollon Karneios,
e lo stesso Alessandro Magno se ne era effigiato in segno di elevazione
e potenza. Taurobolio e criobolio, sacrificio rituale del toro e dell'ariete,
propiziavano lo svolgersi dei cicli lunare e solare a favore della
bontà dei raccolti, della prolificitià del bestiame,
della virilità maschile e della fecondità femminile,
del vigore spirituale come arma di supremazia sulla morte e in senso
banalmente lato... la buona sorte. La cornucopia dell'abbondanza,
legata al mito di Giove e Amaltea (la capra che nutrì col suo
latte il dio bambino) simbolo a tutt'oggi ampiamente "laicizzato"
in corni e cornetti portafortuna, eredità che riassume il tutto appesa
ai portachiavi. Le corna del cervo, caduche, riportano simbolicamente
il senso dell'eterno ringiovanimento e sono state a lungo considerate
medicamentose. Ugualmente taumaturgico e, in più, contravveleno
era creduto il corno dell'unicorno o, meglio, del narvalo, cetaceo
cui appartengono in realtà i corni di "unicorno"
pagati a peso d'oro dai sovrani di mezzo mondo ai tempo di Shakespeare.
Se, infine, osserviamo come pure il Maligno possegga corna e, nonostante
tutto il nostro consolidato positivismo temiamo la cattiva sorte...
di nascosto, sotto il cappotto o nel segreto delle saccocce capita
spesso di alzare l'indice e il mignolo perché... come sentenzia
il detto: la jella s'attacca pure a chi non ci crede!
Testo scritto per la rassegna tematica
CORNA E BICORNA
Galleria D'Arte Il Salotto - Como dall' 11 febbraio all' 11 marzo
1992
con opere e/o interventi di: Renato Barisani, Alfonso Caldarelli,
Michele Caldarelli, Maurice Henry, Wifredo Lam, Galliano Mazzon,
Luciano Minguzzi, Giò pomodoro, Amilcare Rambelli, Angelo
savelli, Marcello Séstito, Salvatore Scarpitta, Leonard Streckfus,
Arturo Vermi
Alfonso Caldarelli (Roma 1916
- Como 1996) fondatore (con Giuseppina Penzani) della Galleria
Il Salotto
di Como. Ha prodotto un buon numero di opere, fra sculture e
dipinti, raramente esposte ma destinate frequentemente ad essere
donate agli amici più intimi.