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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni
5/c 22100 Como
su quel sasso c'era scritto... c'era scritto
su quel sasso
mostra tematica interdisciplinare
23 ottobre - 18 novembre 2004
METEORITI
E METAL DETECTOR
di: Luigi Viazzo
Cercasi
disperatamente minerali “extraterrestri”. La ricerca di meteoriti –
oggetti di provenienza celeste che raggiungono il nostro pianeta dopo
averne attraversato l’atmosfera – è un’attività che viene svolta da
molto tempo da “cacciatori” professionisti e dilettanti.
Questi appassionati hanno recentemente trovato un nuovo e valido strumento
per compiere queste loro ricerche nel metal detector, in particolare
nei modelli usati per la ricerca di oggetti preziosi, per il controllo
di tubature o per scopi militari. Il metal detector, con l’oscillazione
della bobina a frequenza variabile - tenuta parallela al suolo a una
distanza di una decina di centimetri – permette infatti, tramite l’ascolto
di emissioni sonore di differente intensità, il riconoscimento di oggetti
metallici interrati.
Gli esperti di questo nuovo settore di ricerca, in costante espansione,
sconsigliano comunque di munirsi di congegni in grado di segnalare oggetti
a più di mezzo metro, vista la difficoltà di raggiungere oggetti così
profondi. Ciò che permette il riconoscimento del meteorite, attraverso
il metal detector, è la presenza di metalli magnetici al suo interno.
Le meteoriti possono essere di origine cometaria, asteroidale
o planetaria.
Nel primo caso sono devono la loro origine alle meteore – che
si “bruciano” nell’atmosfera e quindi non raggiungono il suolo - o “stelle
cadenti”. Si tratta di residui di comete che si raggruppano
in sciami che fanno la loro comparsa in periodi preordinati.
Quando la Terra, nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole,
attraversa tali sciami di particelle, queste entrano in contatto con
l’atmosfera del nostro pianeta incendiandosi a causa dell’attrito. Si
formano così queste spettacolari strisce di luce che illuminano il cielo
notturno. La zona di cielo dalla quale tali oggetti sembrano provenire
è detta radiante e, a seconda della costellazione al cui interno
si trova, dà il nome allo sciame: ad esempio le “Perseidi” (conosciute
anche come “Lacrime di San Lorenzo” e visibili
a metà agosto) sembrano provenire dalla costellazione di Perseo,
le “Geminidi” dai Gemelli, le “Leonidi” dal Leone
e così via. Il periodo in cui tale attività è maggiore è invece conosciuto
come massimo.
Le comete sono oggetti siderali definite dagli
astronomi “palle di neve sporca”, in quanto composte da materiali rocciosi
legati insieme da sostanze ghiacciate le quali, con l’avvicinarsi della
cometa al Sole, iniziano a sublimare ed a liberarsi, dando così
vita alle code di polveri e di gas. Quest’ultima viene “attivata”, ossia
ionizzata, dalla radiazione ultravioletta solare e “soffiata” via dal
nucleo ad opera del vento solare. Questi oggetti provengono
da due grandi “serbatoi” posti all’esterno del nostro sistema planetario:
la nube di Oort – a metà strada fra il Sole e la
stella a noi più vicina (Proxima del Centauro) e la fascia
di Kuiper sita oltre l’orbita del pianeta Plutone.
Questi due “nidi” cometari prendono il nome dagli astronomi che ne ipotizzarono
l’esistenza.
Le meteoriti possono avere anche origine asteroidale.
Gli asteroidi (detti anche “pianetini”) sono corpi dalla
forma irregolare, la maggior parte dei quali ha orbita compresa fra
quelle di Marte e Giove, nella cosiddetta Fascia
degli Asteroidi. Alcuni di essi hanno però un orbita diversa
e possono spingersi in altre zone del Sistema Solare giungere intersecare
l’orbita terrestre. Alcuni di essi, con tutta probabilità, sono stati
“catturati” in passato dai pianeti giganti - Giove, Saturno,
Urano e Nettuno, ma anche da parte di Marte - del
nostro Sistema Solare, e sono diventati loro satelliti. Da citare,
per quanto riguarda i pianetini che si allontanano nella loro “incedere
celeste” dalla Fascia, Icaro, che ha il suo perielio –
ovvero il punto in cui si avvicina maggiormente al Sole – interno all’orbita
del pianeta Mercurio. L’origine degli asteroidi risale al primo
periodo in cui si formò, da una grande nube di gas e polveri, il nostro
Sistema Solare. La presenza di una grande massa, rappresentata dal pianeta
Giove, impedì alla materia che si trovava in quella zona di aggregarsi
a sua volta in un pianeta. Il materiale venne invece disperso nello
spazio e diede vita a corpi più piccoli e dalle forme irregolari.
Il primo di questi corpi ad essere scoperto, nel 1801
dall’astronomo italiano Giuseppe Piazzi, fu Cerere, che è anche
l’asteroide più grande (ha infatti un diametro di 940 km). Vesta
è il più luminoso fra questi oggetti il cui numero è stato stimato in
circa un milione, considerando i corpi con un diametro maggiore di un
chilometro. Tale stima è comunque problematica, visto che si passa da
corpi aventi dimensioni di diverse centinaia di chilometri fino alla
polvere cosmica. Sino ad oggi sono stati scoperti circa 3.000 asteroidi.
Le meteoriti di origine asteroidale sono piccoli frammenti, residuo
della formazione di questi oggetti, o ancora ciò che rimane dopo lo
scontro fra corpi diversi presenti nella Fascia.
Un’ultima categoria di meteoriti hanno origine planetaria
o satellitare. Si tratta di rocce eiettate nello spazio in seguito
all’impatto di altre meteoriti sul suolo di un satellite (ad esempio
la Luna) o di un pianeta del Sistema Solare. Una di queste meteoriti,
di origine marziana, è balzata agli onori della cronaca negli anni scorsi,
per la supposta presenza di batteri fossilizzati provenienti dal “Pianeta
Rosso”.
La ricerca di questi “messaggeri celesti” - affascinanti
e ricchi di storia - non c’è dubbio, può riservare grandi sorprese,
oltre alla soddisfazione di poter dare il proprio nome all’oggetto scoperto.
Luigi Viazzo, nato a Vercelli,
risiede da diciotto anni a Como.
Appassionato di astronomia sin dall'epoca delle scuole elementari, collabora
con varie case editrici. Tra i suoi argomenti preferiti astronautica,
mitologia e cartografia celeste, storia dell'astronomia. A livello osservativo
predilige Luna e pianeti. E' socio e segretario del Gruppo Astrofili
Lariani di Como.
Ha scritto e tradotto (dall'inglese) complessivamente dieci libri di
argomento astronautico, astronomico e mitologico, alcuni dei quali pubblicati
in lingua francese e spagnola.
Si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano
nel 1993 con tesi in filosofia del diritto su Kant.
Giornalista pubblicista dal 2000 collabora con riviste scientifiche
e di astronomia (La Macchina del Tempo e Coelum) e con la Casa Editrice
Drioli che si occupa di astronomia e biologia marina.
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