Archivio
Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it
Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100
Como
su quel sasso c'era scritto... c'era scritto su quel
sasso
mostra tematica interdisciplinare
23 ottobre - 18 novembre 2004
Arturo Vermi VERMI e la LUNA Ovvero come Arturo riuscģ a trar l'astro da il cielo sul suo divano e qui insegni a ognuno come chiunque possa benissimamente fare altrettanto poichč l'uomo č destinato ad essere felice. "Qui in gioia ed onore / In pace ed in amore / Qui sani e felici / Viviamo tra amici / In pace e in amore / In gioia ed onore": (F.Rabelais "Gargantua e Pantagruele" I,54). Telemita convinto, gią anni or sono e dopo aver fatto pubblico bando del suo "Manifesto del disimpegno", nel 1975 Vermi aveva iniziato in occasione dell'anno Lilith ad occuparsi della luna, o meglio, a colloquiare con essa e per mezzo di essa con la Terra ed il Sole.Continuamente ribadendo che il destino dell'uomo vada oltre la Terra, fa della Luna fulcro di una particolare leva archimedea e giocando col proprio nome "Non v'accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l'angelica farfalla, / che vola a la giustizia sanza schermi?" (Dante "Purgatorio" X,124) irride gli affanni quotidiani aspirando a convincere ogni suo interlocutore a voler accedere ad una visione cosmica della realtą umana, che non si esaurisce nel destino dell'individuo e nemmeno dell'astronave Terra. La luna č il buon vicino di casa che primo fra tutti gli astri ha tanta influenza sugli eventi della vita dell'uomo... Vediamo dunque di conoscerla un po' meglio al di lą delle apparenze compiendo il primo passo del nostro "inesorabile" viaggio verso la felicitą. Michele Caldarelli Arturo Vermi (Bergamo 1928-Paderno d'Adda 1988) di formazione autodidatta, rivela nelle prime esperienze pittoriche, datate 1950, un afflato con l'Espressionismo tedesco. Nel 1956, entrando in contatto con le istanze innovatrici che gravitano intorno al quatiere di Brera a Milano, il suo lavoro muove verso un ambito informale: in questo periodo conosce Costantino Guenzi. Dal 1959 soggiorna per un biennio a Parigi dove frequenta diversi ateliers, in particolare quelli di Luigi Guadagnucci, André Blok, Szabo e Ossip Zadkine. Nella capitale francese si lega con affettuosa amicizia a Beniamino Joppolo. Nel 1961 torna a Milano dove con Ettore Sordini e Angelo Verga fonda il Gruppo del Cenobio, integrato poi da Agostino Ferrari, Alberto Lucia e Ugo La Pietra. Nel 1964 risiede al Quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovanni dove con altri pittori fra cui Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Carnà, Lino Marzulli e Lino Tiné cerca di riportare nella vita quotidiana le esperienze artistiche. Contemporaneamente, con un contratto che lo impegna per una lunga serie di esposizioni, si lega all'architetto Arturo Cadario. Nel 1967 frequentando Lucio Fontana approfondisce quel concetto di spazio che successivamente rifluirà nella propria opera. Il 1975 definito da Vermi anno "Lilit", è pietra miliare sia nella sua vita che nel suo lavoro: ha infatti inizio quella proposta di felicità che lo porterà alla redazione del primo numero di "Azzurro" e del "Manifesto del Disimpegno". Trasferitosi a Verderio, in Brianza, nel medesimo anno il Ministero della Pubblica Istruzione commissiona un documentario sulla sua opera da utilizzarsi quale supporto didattico per le scuole superiori. Nel 1978 riprende e amplia tematiche e concetti espressi nel "Manifesto sul Disimpegno": un secondo numero di "Azzurro" viene distribuito nel corso della Biennale di Venezia. Lo stesso anno imposta quel lavoro di orbamento e rifruizione che poi confluirà nel ciclo di grandi tele "Com'era bella la Terra". Nel 1980 progetta e incide "La Sequoia", una sorta di comandamenti che, l'anno successivo nel corso di un viaggio in Egitto con Antonio Paradiso e Nanda Vigo, restituirà a Mosé sul monte Sinai. Nello stesso anno il suo lavoro s'incentra sulla suite "I Colloqui "che presagirà l'avvento di un'opera di felicità: "L'Annologio". |
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