Archivio Attivo Arte Contemporanea
http://www.caldarelli.it

 

COME   LE   NUVOLE
progetto culturale interdisciplinare a cura di Michele Caldarelli e Rosabianca Mascetti
una wunderkammer, filmati e incontri
per una serie di riflessioni sul mutamento e la metamorfosi come metafora dell'esistenza umana
a confronto con una rassegna di dipinti e acquarelli di
Giampiero Reverberi 

11 giugno - 20 agosto 2017
sabato e domenica - dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18 - o su appuntamento: tel 3356702863

                            

PALAZZO DUCALE - MUSEO DEL PO
Revere (Mantova)


opere | mostra | indice | biografia | programma | home
Revere e il Museo del Po

COME LE NUVOLE, è una rassegna progettata in progress come parte di un convegno interdisciplinare tenutosi a Como nel 2012 presso il Polo Regionale del Politecnico di Milano e presentata poi a Villa Carlotta, a Tremezzo (Como) nel 2016. Si tratta di una mostra di opere, dipinti e acquarelli dell’artista Giampiero Reverberi. L’argomento, a partire dalla suggestione delle nuvole, vuole fornire oggetto di riflessione sul mutamento e la metamorfosi come metafora dell’esistenza umana, ma anche come carattere intrinseco dei sistemi complessi in natura e oggetto di studio di discipline come la meteorologia o la fisica, l’astronomia, la cristallografia e via dicendo. Qui a Revere, con una documentazione proposta in digitale e un incontro a più voci (*) con attenzione alla ricerca storica ma anche trasversalmente, con argomentazioni di curiosa attinenza, assieme alle opere di Giampiero Reverberi, saranno proposti al pubblico materiali relativi allo studio del clima, il volo aerostatico, la mnemotecnica, l'astronomia, l’astrologia, l’alchimia, la combinatoria, la cristallografia, la brontologia... senza trascurare l’immaginazione poetica e mitologica e, naturalmente l'immagine del fiume Po, che virtualmente “scorre” proprio nella sala del museo che ne conserva una antica e dettagliata cartografia.

Nel nostro vivere quotidiano, la realtà sempre più si rivela un universo di relazioni di natura liquida, inafferrabile, che pare travasarsi, trasfondersi in quello della comunicazione, in un linguaggio-nuvola fatto di suoni e immagini e che ironicamente potrebbe trovare dei punti fermi di riflessione nella riduzione iconica dei “fumetti”. Una riduzione iconica che non è unicamente moderna ma, nell’abbinamento di parole e immagini si rifà a collaudati sistemi di rappresentazione antichi come quelli mnemotecnici o degli stemmi araldici, delle Imprese e, non da ultimo, della speculazione alchemica.
Tutto in natura è dinamico e persistente nel contempo, nulla è stabile, definitivo, nemmeno la mia corporeità/presenza come quella di chiunque altro. Ognuno di noi esiste e si manifesta lungo l’arco della propria vita accumulando istanti... a formare una nuvola di materia/energia spazio-temporale chiamata “esistenza”. Come le nuvole, ci trasformiamo e nell’immagine di queste ci proiettiamo con doppio atteggiamento: di comprensione intellettiva e di identificazione estatica.
Le nuvole, metafora, sostanza e simbolo, strumento espressivo dell'immaginazione e della rappresentazione artistica di ogni tempo, ovunque compaiano, rivestono contemporaneamente carattere transitorio e di permanenza, siano esse motivo di speculazione della meccanica dei fluidi, come in Leonardo, di interpretazione narrativa e paesaggistica come nei soggetti marini della pittura olandese o contemplazione trasognata della luce solare che vi si infrange e ne viene rifratta e trasformata all'infinito come nei più famosi dipinti di Harry Turner, diventando alla fine, in questi, soggetto principale della scena e frequente "motivo di genere" per molta pittura a venire. Arretrando ulteriormente nella storia dell'arte, le nuvole, nella loro evidenza fisica e simbolica di "acque superiori", fungono idealmente da riflesso della distesa oceanica (frontiera questa dell'Abisso inferiore) nel separare verso il cielo il Divino dall'umano. E' situato su di esse, corona eterna del Monte Olimpo, il trono delle divinità della Grecia antica, è ugualmente su di esse l'area di permanenza di santi, beati e angeli della cultura barocca Romana e non solo. Le nuvole, costituiscono per l'uomo diaframma virtuale che separa l'esistenza corporea dall'esercizio intellettuale e mistico o, meglio per quanto vorrei qui introdurre, sostanza/luogo/veicolo di trasformazione, rappresentazione per eccellenza di quella transitorietà che caratterizza l'esistere. In esse si riflette visivamente il divino Caos, quell'ordine complesso che si manifesta nell'aleatorietà degli eventi della nostra vita e, nell'osservazione delle stesse, sta il nostro più arcaico e istintivo tentativo di ritrovare, scoprire, il principio naturale o divino che le governa. Chiunque, credo, ha sperimentato il fascino e il divertimento di ravvisare forme compiute nel configurarsi di ciò che in effetti è solo vapore acqueo. Per molti è stato il gioco di un pomeriggio ma altri lo hanno preso più seriamente. Gli artisti, attraverso i secoli, ne hanno fatto molteplici ritratti ma qualcuno, come Luke Howard, ne ha infine dedotto una classificazione compilando un manuale, anche tradotto da Goethe, agli albori della meteorologia e a monte di tutto il mondo del Clouspotting a noi contemporaneo. L'individuare eideticamente, per mezzo di un confronto di forma e dinamica, la specificità di ogni formazione nuvolosa costituisce un primo passo nel dedurre quella prevedibilità di mutamento climatico purtroppo efficace e attendibile solo in un arco temporale molto breve. Benché basata su osservazioni e rilevamenti strumentali oggettivi, la meteorogia, nel diffondersi mediatico della pretesa di affidabilità a medio-lungo termine, risponde, più che ad una utilità oggettiva, almeno per ora, ad una esigenza psicologica che trova paradossalmente matrice e similitudine operativa nella predizione astrologica che arrivava talora all'abbinamento del lancio dei dadi con l'osservazione astronomica, come testimonia il Libro delle Sorti di Lorenzo Spirito nel 1551. La conoscenza del proprio destino, così imprevedibile e insondabile, è stata affidata dai potenti di ogni epoca agli astronomi che, loro malgrado hanno dovuto mescolare l'oggettività delle osservazioni scientifiche all'arbitrarietà delle ricorrenze caratteriali, individuate per mezzo dei "Temi di nascita", schemi espressi in Trigoni e Quadrature, indici di ostilità o favore delle posizioni planetarie. Geometrie illusorie che grazie alla veridicità di responso, derivata solo da una ristretta ma appagante corrispondenza statistica, ha da sempre accontentato pochi scontentando i più ma tant'è, poiché le negatività come gli errori e gli insuccessi hanno memoria corta, tutto, alla fine, ha funzionato alla grande e a tutt'oggi pare non cessi di illudere molti. Se "Dio non gioca a dadi", come sosteneva Einstein, è vero anche che nell'immaginario collettivo l'idea di un "Deus ludens" conforta più di ogni piccolo passo della ricerca scientifica. Un'archetipo potente che giustifica maggiormente la debordante massa di eventi casuali rispetto a ciò che è prevedibile... Le frecce di Cupido sono sempre in agguato e purtroppo anche le forbici di Atropo mentre a noi non resta che il coraggio di sognare fra le nuvole, vere o dipinte che siano o magari trovare un pizzico di saggezza e, perché no, spunto romantico, erotico, nelle Metamorfosi di Ovidio e di Apuleio. Altri sono i percorsi dell'Ars combinatoria o la Mnemotecnica e il calcolo meccanico, da Lullo a Leibniz e oltre, delle quali sono eredi la scienza statistica e la programmazione computer, altro è ancora l'universo del Cloud e di Internet che, apparentemente infiniti e potenti, se privi del necessario esercizio della modestia e della veridicità rischiano di emulare l'ebollizione inarrestabile generata dall'Apprendista Stregone di Goethe o di generare una illimitata e illimitabile nuvola/fumetto, incomprensibile come lo scrivere di Woodstok, paradigmatico interlocutore di Snoopy nel battere a macchina pensieri misteriosi quanto incontenibili, frasi criptate ed indecifrabili, finzione nella finzione.

Michele Caldarelli - giugno 2017


(*) L'11 giugno 2017, in occasione della inaugurazione della mostra, con:

Paola Pescerelli Lagorio - presidente Casa Museo e Osservatorio Sismologico R. Bendandi - Faenza: "Raffaele Bendandi, uomo di scienza"

Marco Majrani - curatore Museo Volandia - Milano Malpensa:"Nuvole e Volo Aerostatico"

Luigi Viazzo - divulgatore scientifico - Gruppo Astrofili Lariani - Como: "Nebulose, vita, morte e miracoli..."



Il Copyright © relativo ai testi e alle immagini appartiene ai relativi autori per informazioni scrivete a
comelenuvole@caldarelli.it