Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'arte "Il Salotto" Via Carloni 5/c - 22100 Como Italia telefono 031/303670
mostra numero 732 – dal 3 aprile al 25 maggio 2004

 

Amilcare Rambelli

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Partecipo da qualche anno assai da vicino al lavoro di Amilcare Rambelli, e mi è stata data, qualche volta, l’occasione di fare il punto sugli sviluppi della sua arte. Orbene, se pongo a confronto i dati delle mie analisi precedenti a questa mia ispezione, tra le sculture della mostra presente, un primo tratto si impone alla mia attenzione: ed è l’appassionata coerenza espressiva del nostro scultore. Una coerenza fervida e tenace, stimolante e feconda che gli è connaturale, come il timbro della sua voce ed i lineamenti del suo viso. E’ proprio da questa coerenza che nascono i vari momenti del suo lavoro. E ci viene da pensare come sbagliano coloro per i quali il restare nell’ambito mentale di una sola problematica equivale mettersi dei paraocchi, poichè solo nel vicolo chiuso dei problemi che si affrontano si riesce ad andare avanti. Ed è quello che il lavoro di Rambelli ci indica. Dapprima assai preoccupato di rompere un ordine intellettualistico esaurito, ma già carico di nuovi aneliti che si sprigionano dalla sua tensione operativa, Rambelli, nell’elaborare i suoi cotti ed i suoi bronzi, viene gradatamente in piena coscienza dei momenti costituitivi del suo costante operare: Vi è in lui, inizialmente, uno stato doloroso, un tormento che assume l’aspetto di uno spunto germinale, tendente per sviluppo interno a realizzarsi in una forma compiuta - e si crea quindi il modo della realizzazione stessa, tramite l’elaborazione della materia usata. In ogni suo lavoro emergono, poi delle tensioni drammatiche, simili a delle contestazioni di personaggi che non giungono mai ad una dilacerante impossibilità di dialogo, ma ricercano un difficile equlibrio che è tutto da conquistare. E se talvolta, nel risultato finale, i lavori di Rambelli fanno pensare alla cifrata e misteriosa bellezza di rosoni di cattedrali immemorabili, essi sono in realtà pieni di propositi vivi e patetici. Si tratta di raggiungerli nel loro emergere, di trovarli. Le immagini che l’arte di Rambelli ci offre si sprigionano come delle apparizioni complesse dal suo chiuso travaglio espressivo. In Rambelli, sino dall’inizio del processo creativo, il linguaggio cerca in una concitata elaborazione la sua struttura finale, come nella teoria di Aristotele la potenza ricerca l’atto. Ma le immagini plastiche di Rambelli non sono prodotti di "linguaggio puro" poichè sono anche gonfie di passioni umane non elaborate. Un discorso difficile, ma non arido intellettualismo, anzi un restare a contatto con la realtà dei sentimenti più consistenti e meno costruiti, anche se il reale, qui, con un atto che Rambelli chiama "mimico", si trasmuta interamente nei segni autonomi della scultura. E ci è dato di osservare il crescere del suo tormento espressivo sino al suo emergere deciso nell’espressione finale anche nei suoi disegni che in molti casi sono delle anticipazioni di sculture che Rambelli ha in animo di realizzare. Possiamo quindi reperire la continuità di tutta la sua opera ed accertarne il senso. L’opera di Rambelli non sta nell’evocazione di un fatto esterno cui essa si adegui, bensì una costruzione, finalmente dispiegata, che fin dal suo sorgere era anelito di pieno dispiegamento. In questa opera, dunque, il momento della costruzione assume un valore fondamentale. Siamo qui ben lontani dalle facili trovate di chi cerca la forma in un estro felice, che si impone per un suo brio. L’opera come Rambelli la vuole è un oggetto di meditazione e non la proposta di un’intuizione. Essa è cioè un seguito di intuizioni che si saldano in un tutto organico, in cui la ragion d’essere di quello che si va compiendo in questa saldatura non è soverchiata dal brivido di una visione breve e felice. Si tende altresì a fondere le varie intuizioni, in cui l’opera ci appare, in una sola immagine,ma questo atto mentale unitivo non è mai veramente compiuto, ed è sempre sul punto di farsi. Ogni opera di Rambelli ci invita a questo itinerario meditante, in cui raggiungiamo lui, oltre l’opera, nella sua tensione creatrice. Tutto l’arco impetuoso delle sue proposte che si snoda in bronzi, cotti e disegni, assume proprio nel progredire della nostra indagine interrogante quel senso di costruzione viva, che sta nel suo farsi complesso e stimolante, avida pienezza espressiva. Sperimentiamo in noi l’autenticità del linguaggio di Rambelli.

Giorgio Kaisserlian 1964

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