Antonio Massari


Antonio Massari è nato a Lecce nel 1932 ma vive e lavora a Milano. Espone dal 1959 e ha al suo attivo una "esuberante" attività espositiva con più di 150 personali in Italia e all'estero ed una incalcolabile presenza in collettive e avvenimenti artistici. Dal 1980 è presente a tutte le edizioni di ARTEFIERA Bologna e dal 1994 alla milanese MIART. Sue opere sono inserite delle collezioni: Frank V. de Bellis Collection di San Francisco, Civica Galleria d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno, Pinacoteca Comunale Torre Estensi di Copparo, Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, Museo Carlo V Lecce e Museo di Bagnacavallo.

Noto al grande pubblico come "il meccanico delle acque", definizione datagli da Pierre Restany negli anni '70, ha in realtà iniziato le sue sperimentazioni con l'acqua alla fine degli anni 50 con le prime "onde dalle ali di farfalla". Da allora ispirazione, casualità e materia sono state rigorosamente controllate e sottoposte ad una attenta regìa così da permettergli di lavorare e giocare con l'acqua come più gli pare e piace creando persino opere geometriche per gli scettici e sfidando "le regole del gioco" utilizzando materiali, colori e carte sempre diversi. Poeta, scrittore con una lunga carriera di insegnamento alle spalle, Antonio Massari ha sempre tenuto uno stretto dialogo con la sua terra d'origine studiandone storia, cultura, folklore impegnandosi in una opera di rivivizzazione delle attività artistiche caratteristiche della sua regione, come la lavorazione della cartapesta, anche attraverso video e documentari da lui prodotti. Figlio d'arte, da anni è impegnato nel recupero, documentazione e catalogazione della vasta produzione artistica lasciata dal padre, Michele Massari, in parte andata dispersa sul territorio o in qualche caso perduta durante la guerra.

Nel 1996 la Città di Treviglio ha organizzato al Museo Civico "Della Torre" una mostra antologica di Antonio Massari mentre è di prossima uscita una pubblicazione con tutti i suoi scritti.

SUBLIME MEDIUM-OPERA D'ARTE: ARTISTA ADDIO!
di Antonio Massari

Il contesto socioculturale, il mio tempo, la storia e perfino le verità sono argomenti che mi vanno un po' stretti e mi fanno male alla salute.
Non è inumano il mondo? Ed io dovrei esserne anche l'artista? Ma nemmeno per negarlo, per allontanarlo da me con le molle! Io sono straniero sulla terra!
Non vorrei vomitare la mia rabbia sulle arterie putride della de-generazione e rimanerci dentro come la scimmia di Zarathustra, anzi come la scimmia della scimmia di Zarathustra. Ci si può sempre rintanare in una caverna anche vivendo a Milano.
I selvaggi, tanto cari a Brancusi, al "professor" Kandinskij e, da allora in poi, a moltissimi, non sono fuori dalla storia? Ma anche talenti di assoluta grandezza ne sono fuori: Shakespeare ha tenuto fuori la sua arte dalla rivoluzione eliocentrica, Picasso da quella astrattista, Tagore non ha aderito al costruttivismo, al futurismo, all'ermetismo, al neorealismo, ecc.; il tardoromantico Maler non ha aderito alla dodecafonia e Bach spesso non ha avuto timore di tornare indietro. E non mancano centinaia, migliaia di personaggi che, pur solleciti alle adesioni, sono rimasti mezze figure o anche meno. Io sono straniero sulla terra! Chi vuole battersi intraprenda la carriera militare o, al meglio quella sportiva! La mia storia è la presenza di tutta la storia secondo un filo che passa continenti edere e lega i grandi maestri.
Il mondo - riporto a memoria - gira non già intorno a quelli che gridano forte, ma intorno a quelli che creano valori nuovi; intorno a questi gira "silenziosamente". E ancora, i cattivi poeti usano intorbidare le loro acque affinché appaiano profonde. Sono riflessioni di Nietzche che vanno bene a me ma anche ai miei contemporanei che, in possesso di una "verità" o di una massima, gridano forte. Ricordo, per inciso, che la prima virtù dei grandi rivoluzionari è la docilità, vedi Cristo, Ghandi, Che Guevara...
Dalla fine del secolo scorso, le "verità" sono diventate tante, troppe. E, verità dopo verità, in ambito estetico abbiamo smantellato tutto, al punto tale che sarebbe ora di scrivere due diverse storie dell'arte e di mettere a riposo anche l'artista! Che relazione passa fra la "Mitragliatrice" di Pascal e "L'Assunta" di Tiziano? (E ricordo che essere Tiziano non è facoltativo). Una teoria relativamente recente sostiene, con analisi da laboratorio, che tre sono gli elementi costitutivi dell'opera d'arte: l'artista, il medium e l'opera stessa. Tuttavia, dal momento che il medium è "elevato" direttamente ad opera d'arte, ci si potrebbe fermare all'elezione della seconda voce. Allora una roccia (meglio se lunare), un marciapiede rigato d'orina, un profilato, una busta di caffè sono opere d'arte? Perché non tutto il resto? tutto l'universo è un'opera d'arte?
Io, nel 1963, ho messo da parte l'artista (talento, pathos, demenza, fantasia, sogno) e sono passato direttamente dal medium all' "opera", disponendo poche gocce d'inchiostro sull'acqua e catturandole poi con carta assorbente (successivamente con carta per litografie, oggi con fogli di metacrilato), sacrificando l' "artista", sublimando l' "artista Antonio Massari" per risultati preterumani ma assolutamente estetici. Dai primi esperimenti ad oggi ho scoperto una cinquantina di generi diversi e sono tuttora in cammino. La seconda fase del mio lavoro si limita alla selezione secondo l'istintiva, misteriosa, categoria della bellezza: categoria interna, kantiana, che non saprei, e non vorrei, definire. Io sono uno straniero sulla terra!


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