Archivio Attivo Arte Contemporanea http://www.caldarelli.it

 

Scia di Sogni

di Pina Spelta
Ed. L'Obliquo Brescia 1993

123 pp. 12x17 cm
300 esemplari
di cui cinquanta
contengono fuori testo
una serigrafia
di Giuseppe De Vincenti stmpata a mano
su carta Magnani di Pescia

Orecchio di Donna

di Pina Spelta
Ed. Centi Brescia 2005
90 pp. 12x17,5 cm

 



 

 

 

LA DOLENTE LEGGEREZZA DELLA POESIA DI PINA SPELTA
DI LUIGI PICCHI

La poesia di Spina Spelta ha una sua immediata ed evidente coerenza: tutte le sue raccolte sono espressione di un'identità poetica e stilistica precisa e consolidata dove l'ispirazione scaturisce doviziosa dal proprio vissuto quotidiano. Natura, incontri, viaggi, scene di vita, emozioni e impressioni trovano la loro focalizzazione nell'attimo che ne disvela l'essenza. Poesie di momenti, di frammenti circoscritti. Ogni testo è autonomo; così ogni silloge. E' poesia squisitamente femminile: attenta alle sfumature, lineare, accurata nel dettaglio, cesellata come un cammeo. Non c'è molto da ragionare: non esistono significati reconditi. C'è subito e sempre questa immediatezza, questa sincerità d'espressione e anche semplicità. Una poesia che rifugge le complicazioni e si configura come album d'istantanee personali o meglio ancora, come una scatola piena di fotografie sparse. La similitudine fa da padrona in queste poesie, dove l'accostamento analogico è fonte di godimento estetico e motivo ispirativo. Nell'atto di scrivere la poetessa è consapevole della solitudine in cui è incapsulata ogni nostra situazione-emozione-sensazione-impressione. C'è infatti una malinconia di fondo che accompagna ogni esperienza. Ed è su questo humus che germogliano i fiori lirici più intensi. Quello che mi convince di più della poesia di Pina Spelta è l'ampiezza delle sue aspirazioni che tracimano da un mondo, alla fine, angusto

Ho piccole mani (da "Scia di Sogni")
Ho piccole mani
adatte
alle mie cose da poco
e una piccola mente
che lenta distilla
dimessi pensieri
ma ho sogni
dalle vaste ali
per saggiare
gli spazi degli astri
per approdare
nell'infinito.


La misura delle liriche di Pina Spelta è sempre breve (spesso ha praticato l'haiku). Questo consente tuttavia di raggiungere una potenza espressiva, dal momento che la condensazione rafforza la parola.

Aspirazione (da "Scia di Sogni")
Toccare con le aquile
una volta vorrei
la soglia del sole
poi in gloria cadere
la fine cercando
come l'ultimo pane.

La consapevolezza dei limiti umani, non impedisce alla poetessa di gioire degli slanci mentali e interiori della propria personalità, vissuti senza frustrazione e velleitarismi.

Ho messo le radici (da "Orecchio di Donna")

Ho messo le radici
so no una piccola pianta
contorta
senza nidi
né canti di uccelli
una semplice fronda
che vuole sonare
nell'orchestra del mondo

Il respiro breve della poesia di Pina Spelta è quanto mai adatto a rendere il contrasto tra una dimensione crepuscolare che fa da involucro ad un'indole più tumultuosa. E' la grazia. E queste liriche bastano alla sua autrice, la esprimono e la rivelano. Schiette e flessibili, sobrie ed elastiche come certi giunchi che s'adattano al vento avverso.


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