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Mathias Schauwecker
Psycatrice

saggio introduttivo di:
Demosthenes Davvetas
collana
The Fine Arts Unternehmern
books by

Christian Marinotti Edizioni
Milano 2001
40 pp. 23x27 cm
ill b/n e col.
lingua: ital/ingl.
ISBN 88-8273-026-3

www.marinotti.com

"Psycatrice" di Mathias Schauwecker fa parte della collana Books by Christian Marinotti nata nel 2001 dalla collaborazione dell'editore milanese con la svizzera Fine Arts Unternehmen AG. Quest'ultima č una giovane societą con sede a Zug che intende promuovere l'interscambio culturale e le conoscenze nel campo delle arti visive, mediante l'organizzazione di eventi e mostre. I suoi obiettivi sono indirizzati a facilitare la comunicazione tra operatori dell'arte: artisti, collezionisti, gallerie, musei, critici. La consulenza nella gestione di grandi collezionisti d'arte e la ricerca di giovani talenti completano il campo d'azione di questa societą. I Books by Christian Marinotti rientrano in un programma editoriale diretto al mondo dell'arte, con cataloghi illustrati e pubblicazioni che testimoniano importanti eventi espositivi e promuovono artisti emergenti di diverse nazionalitą, in particolare giovani; pubblicazione di libri che parlano di arte, descrivendone i mutamenti e l'evoluzione o narrando la vita di coloro che ne sono i protagonisti.

Tema centrale della ricerca dell'artista svizzero Mathias Schauwecker (Zurigo 1967) č la figura umana, o meglio la fisicitą del corpo che egli analizza in quanto presenza, forma, involucro contenitivo che racchiude e imprigiona la nostra anima, assoggettandola alla gravitą terrestre. Le figure/corpo di Schauwecker interpretano il desiderio insito nell'uomo di intraprendere un viaggio metafisico e per questo sono corpi senza sesso e senza etą, contorni, apparizioni che sotto il tratto sapiente di pennello e nel gioco dei colori si moltiplicano e si sovrappongono, si compongono e scompongono sulla tela in una sorta di danza rituale. Immagini eseguite freneticamente, con un ritmo costante, ripetitivo, grazie al quale compaiono e scompaiono in un movimento che ricordano le danze Sufi. Danze che iniziano lentamente e poi, gradualmente, aumentano di velocitą fino a che i danzatori e i loro corpi perdono i loro contorni e svaniscono in un ritmo frenetico e vorticoso, privo di forma, prima di riapparire e riprendere la loro forma originale. Una danza che induce ad un'estasi spirituale e produce una metamorfosi fisica. Ma se il corpo che racchiude l'anima perde la sua immagine, la sua forma, allora significa che in esso si produce una cicatrice, una via verso l'interioritą che si apre verso l'esterioritą. Una cicatrice che si unisce alla psiche e che sulla tela si traduce in uno sfregio (il rimando č alla ferita nel costato del Cristo crocifisso e al tormento senza fine di Sisifo). Da qui il titolo "Psycatrice" di tutta una serie di lavori di Schauwecker che si interroga anche sul significato della pittura: se la figura/corpo compare e scompare anche la pittura č destinata a scomparire, trasformandosi in un linguaggio iconoclasta? "In seguito alla scelta di percorso operata dall'artista, noi ci troviamo saldamente sulla via dell'interrogazione di noi stessi" puntualizza il poeta e scrittore greco Demosthenes Davvetas nella sua analisi del lavoro di Mathias Schauwecker. [...] "Noi possiamo andare oltre i nostri corpi chiusi, finiti e statici coprendoli interamente con sfregi. Dal momento in cui forme/corpi senz'anima saranno completati in fertili psycatrici, e dall'essere senz'anima diventeranno saturi d'anima, essi appariranno e spariranno contemporaneamente in una dinamica di luce come nelle light boxes dell'artista". (R.M.C.)

 


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