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GERHARD RICHTER

a cura di
Bruno Corà
testi di:
Italo Moscati
Bruno Corà
Benjamin H.D.Buchloh
Jean François Chevrier
realizzato da:
Gli Ori Prato
Centro per l'arte cont.
Luigi Pecci Prato 1999

206 pp.27,5x32,5 cm
110 ill. b/n e col
ISBN 88-87700-07-9.
lingua: italiano/inglese.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il volume prende in esame l'opera di Gerhard Richter (Dresda 1932) realizzate tra la prima metà degli anni Sessanta e la seconda dei Novanta. Gli inizi di formazione artistica di Richter si svolgono sotto la cultura visiva del realismo socialista e nell'ideologia dell'uomo nuovo, ma il trasferimento a Düsseldorf, nel 1961, proprio pochi mesi prima della costruzione del muro di Berlino, produrranno una profonda trasformazione. A Düsseldorf l'artista completerà i propri studi all'Accademia con Karl Otto Götz, qui incontrerà i futuri compagni di strada Sigmar Polke, Manfred Kuttner e il gallerista Konrad Fischer; inoltre la scena artistica, di questa che fu una delle più vivaci città della Germania Ovest di quegli anni, dove vi era circolazione di esperienze tardoinformali, di arte cinetica e programmata, di Nouveau Réalisme, di Fluxus, di happening contribuì a dare una forte carica liberatrice all'opera di Richter.
Realizza così i primi "Fotobilder", nati dalla sua grande passione per la fotografia: elaborati a pittura ad olio di immagini prese da fotografie amatoriali, dalla cronaca, dalla pubblicità, una sorta di copiatura per uno specchiamento della realtà il più obiettivo possibile, ma che, resa tecnicamente sfocata e opacizzata, sembra uscire dal proprio tempo e entrare in una dimensione sospensiva. E' il tempo il filo conduttore dell'opera di Richter, in tutti i suoi cicli tematici, dagli studi sul ritratto, il colore, i paesaggi, resi con semplicità, sobrietà in un atteggiamento quasi melanconico.
Per Richter l'arte deve creare un nuovo linguaggio visivo ma deve anche mantenere una propria libertà d'azione, sottrarsi alle classificazioni perché "l'arte, nel senso proprio del termine, esiste malgrado tutto..(...). è sempre esistita e continua in quanto aspirazione suprema alla verità...(...) E' la forma più perfetta della nostra umanità".(R.M.C.)


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