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Robert Rauschenberg
Anagrams (A Pun)

saggio introduttivo di:
Gillo Dorfles
Christian Marinotti Edizioni
Milano 1998
47 pp. 23x30 cm
ill b/n e col.
lingua: italiano
ISBN 88-8273-000-X

www.marinotti.com

Il catalogo, edito per la mostra "Anagrams (A Pun)" tenutasi per l'inaugurazione della Galleria Lawrence Rubin di Milano (gennaio-marzo 1998) documenta 17 grandi lavori creati da Robert Rauschenberg espressamente per questa occasione. Lavori inediti di cui il libro è la preziosa testimonianza della profonda maturità dell'artista americano. Nato nel 1925 a Port Arthur nel Texas, Rauschenberg, per quella sua naturale e versatile capacità di saper rielaborare e trasformare in modo personalissimo le immagini dei nostri giorni, risulta difficilmente ascrivibile ad una delle diverse tendenze artistiche contemporanee (action painting, pop art, post painterly abstraction, concettualismo o new dada). Sin dal dopoguerra l'artista ha sperimentato tutti i possibili mezzi di rielaborazione dell'immagine, giocando sull'ibridazione dei materiali, dal riporto di immagini prestampate, alle fotografie serigrafate, alle superfici cancellate, ai frottages, fino a comporre vere e proprie sculture con i più svariati materiali (legno, stoffe, perspex, specchi ma anche seggiole e animali impagliati). La sua è una naturale attitudine a saper combinare forme e materiali sull'onda di una aleatorietà apparente che, seguendo il gioco del caso e una creativa improvvisazione, lo porta a elaborare nuove tecniche, come il trasferimento di immagini prestampate su superfici plastiche e, come per i lavori "Anagrams (A Pun)", del vegetable dye transfer (colore vegetale su polilaminato) che conferisce alle opere una maggiore veridicità unita ad un'atmosfera quasi di mistero. Ma Rauschenberg è sempre stato all'avanguardia, anche per quel suo essere un abile manipolatore di fotografie, di video, realizzatore di installazioni, performances, inventari oggettuali, di operazioni coreografiche e teatrali, in una sintesi creativa vivace e raffinata tra arte americana ed europea. "Negli Anagrams - puntualizza il critico Gillo Dorfles nella sua presentazione - mi sembra di poter scorgere, a un tempo la deflagrazione d'una vis formativa sempre vivacissima e capace di constatare come certe raffinatezze 'tonali' già presenti in molte sue opere precedenti, si siano acuite, divenendo più icastiche e più calibrate (e persino 'equilibrate'). Un'altra costante che, proprio in questi ultimi lavori, risulta evidente, è il fatto che spesso alcuni dipinti, in apparenza dovuti all'accostamento casuale e aleatorio di frammenti eterocliti, appaiono invece come una globalità formale e iconica del tutto coerente e coattiva. Molto spesso certi accostamenti tra figure e oggetti, panorami e personaggi che sembrerebbero del tutto 'randomici', sono invece - a considerarli più da presso - legati da un intimo e misterioso vincolo ideologico o analogico. Il che in certo senso, corrisponde anche al titolo generale della serie: Anagrams (cui non si dimentichi - va aggiunto pun, ovvero 'un gioco di parole'). (R.M.C.)

 


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