Giuse Scalva Elefanti
|
Un pittore voleva disegnarlo in un’attitudine straordinaria; cioè colla proboscide alzata, e colla bocca aperta; il servo del pittore per farlo stare in quella attitudine gli gettava talvolta dei frutti in bocca, ma per lo più fingeva di gettarglieli; ne prese sdegno l’Elefante e come se avesse conosciuto, che il desiderio del pittore era la cagione di questa importunità, invece di prendersela col servo, si rivolse contro il padrone, e gli gettò con la proboscide una quantità d’acqua, che guastò la carta, colla quale il pittore veniva disegnando. (da G. L. Buffon) |