Archivio
Attivo Arte Contemporanea
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Testo di presentazione
Khalil Gibran Nel passo citato, tratto dal poema il Profeta di
Khalil Gibran, troviamo l'espressione e la sintesi della ricerca che
Arturo Vermi da anni conduce. Ricerca fondamentalmente poetica che
logicamente trova espressione e sintesi in un brano di alta poesia.
Ogni altro commento sarebbe quindi superfluo ma riteniamo opportuno
alla luce delle recenti fatiche di Vermi, oggi proposte dalla galleria
il Salotto, riandare alle tappe fondamentali di questa ricerca. (1957-1960)
ricerca ed identifica la forma: raggiunge la consapevolezza dell'identità
uomo - quadrato. Ma non è questa la via che interessa Vermi.
Ciò che interessa l'artista è un rapporto diverso in
cui la presenza dell'Uomo si disancora dalla terra per entrare in
sintonia con lo spazio e un tempo cosmico. Nascono quindi (1960-1963)
le prime lavagne nelle quali il quadrato viene annullato e ridotto
ad una linea ripetuta e itinerante che ricopre tutto il piano. E un
primo tentativo di smitizzare l'importanza dell'uomo rispetto allo
spazio ma è pure un tentativo di cancellare la superficie e
lo spazio non solo fisico su cui il pittore è costretto ad
operare. Il passaggio dal negativo al positivo giunge naturale e prendono
vita i Diari. Pagine bianche su cui l'uomo artista lascia una
traccia. Siamo alle soglie dello spazio ma non ancora nello spazio.
La visione cosmica, nell'opera di Vermi arriva con le Presenze
e con gli inserti; isole solitarie, punti di partenza o di arrivo,
sperse nella vastità del cosmo. Emilio Albuzzi |
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