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Siamo ormai sulla soglia dello sviluppo della scienza
della complessità. I metodi, gli algoritmi, i sistemi organizzano
non solo le attività umane, ma anche le macchine (computer). Pare
anche che la materia inorganica si trasformi in intelligenza artificiale
(cibernetica).
Le riflessioni su questi argomenti mi hanno suggerito di rivedere l'arte
con geometrie e sistemi. La forma del triangolo mi ha sempre affascinato,
lungi però dal pensare di sfruttarlo in arte, fino a quando, ideando
un sistema matematico, mi convinsi che potevo ottenere degli sviluppi
con specifiche strutture grafiche spazio-temporali. Durante la fase di
sviluppo dell'opera le componenti d'intervento, compresa quella della
mano, sono parecchie e le une influenzano le altre al punto di dissuadermi
dai risultati predittivi. Gli stessi triangoli sono vincolati alle dimensioni
dei loro angoli, alle posizioni nei loro confronti, alla lunghezza dei
lati che, per la loro particolare disposizione, prolungati all'infinito
tendono verso una curva, la determinano, senza mai toccarla. L'evoluzione
che segue si delinea verso un sistema complesso ed irripetibile. La descrizione
grafica sulla superficie della tela simula un piano di simmetria spaziale
in cui le curve si contraggono con attrazione verso un punto.
La definizione del SISTEMA DEL DIVERSO mi
è stata suggerita dalla irripetibilità delle infinite possibilità
compositive degli elementi che compongono l'opera.
Le ultime opere, sempre sul sistema del diverso, rispetto a quelle precedenti
sono senza basamento predisposto, le pareti stesse dei locali diventono
piani di appoggio.
L'opera iniziale è divisa in parti detti FRATTI;
essi sono indipendenti fra di loro, sono mobili e facilmente elaborabili
dall'intervento manuale di qualsiasi persona. Ogni fratto oppure l'unione
di due, tre, quattro fratti ecc., si possono considerare opere distinte.
La definizione di fratto, dal latino "spezzato" risulta dalla
forma perimetrale indefinita e per essere frazione di intero.
Dalle loro configurazioni e caratteristiche intrinseche si ipotizzano
argomenti prevalentemente scientifici. Il decorso dei movimenti dei fratti
che compongono l'opera non è mai data in anticipo; le leggi del
gioco, spostamenti che stabiliscono un tutto insieme, ma diverso per ogni
movimento del fratto, sono dovuti in parte al caso, in parte all'abilità,
sensibilità e gusto dell'operatore. Egli partecipa alla costruzione
di una struttura integrata e determina all'occasione conseguenze intelligibili,
inintelligibili, piacevoli o meno ma sempre nuove.
Si può dedurre che tale elaborazione è di ordine secondario
non necessario come la musica, ma la loro utilità si identifica
nel sensibilizzare il carattere dell'operatore, dell'ascoltatore e dell'osservatore.
Queste persone si sottopongono all'ordine del disordine, rumore, imprevedibilità,
caso. Attraverso l'esplicitazione dell'inesauribile manualità costruttiva
fra osservatore manipolatore e sistema osservato si possono intravedere
gli sviluppi più importanti delle scienze fisiche del nostro secolo:
cibernetica, teoria dei sistemi, teoria delle informazioni, del caos,
degli attrattori, della turbolenza e dei frattali. Un sistema genera un
altro sistema che sono poi sottosistemi o sovrasistemi e nel caso in questione,
la dinamica è regolata dalle posizioni spaziali che si vengono
a trovare le parti componenti l'insieme dell'opera. Gli spostamenti dei
fratti e con essi i punti di vista da parte di chi opera o degli osservatori
provoca una ristrutturazione e delle infinite interazioni tra di loro
in considerazione. Sono opere trasgressive nei confronti dei limiti. Esse
travalicano le barriere di demarcazione, non ostacolate dalle cornici,
occupano gli spazi ed orizzonti con creazioni di novità godibili
sotto l'aspetto di affreschi, mantenendo pur sempre le proprie identità
iniziali. L'opera intera esprime la sua armonia, ogni parte pure, variando
la posizione delle parti variano anche le armonie. Strutture nuove, nuove
armonie. Il tutto mi fa pensare ad un'orchestra in cui gli orchestrali
suonando indipendentemente i loro strumenti rimangono in continua sintonia.
L'arte, come qualsiasi altra disciplina, è vincolata a pregiudizi
(convinzioni opinabili). I condizionamenti sono ostacoli non facili da
superare, sono però condizioni per mezzo delle quali sperimentano
la novità capace di dirci qualcosa sul piano pratico e psicologico.
A prima vista queste opere esprimono l'idea del disordine legato al caso.
Sono due concetti presenti nell'universo e continuamente svolgono un loro
ruolo significativo e utile e rientrano sempre nella via della complessità.
Complesso è il fratto dove ogni singolarità produce altra
singolarità, unità nello stesso tempo in cui costituisce
una molteplicità, mentre la forma esterna si ripete internamente
fino ad esaurirsi in un punto. Le loro immagini dal punto di vista prospettico,
del colore, della forma, dell'algoritmo, dipendono dal fatto che ogni
fratto contiene quasi tutta l'informazione che le immagini rappresentano.
I fratti non posseggono né un sotto né un sopra, né
un dritto né un rovescio, ogni posizione li sostituisce. Il fratto
è nel tutto, il tutto è nel fratto. L'intero è prodotto
dalle sue interazioni iniziali; poi, riprodotte a mano a mano da chicchessia,
diventano nozioni complesse richiamandosi vicendevolmente. Nella complessità
dell' opera si richiede di pensare, afferrare dei concetti, spezzare i
metodi chiusi, stabilire i rapporti fra ciò che è disgiunto,
tentare di comprendere la multidimensionalità, pensare con la singolarità,
con la località, con la temporalità, senza mai dimenticare
la totalità integratrice. Nel sistema globale ideato si può
oggettivare l'effetto della sorpresa farne delle proprietà positive,
parlare della novità e persino della libertà.
Il concetto di complessità, di recente sviluppo, lega insieme tutte
le discipline, e se l'arte la intendiamo "disciplina" rientra
negli sviluppi positivi delle scienze contemporanee: matematica, fisica
ecc...
Ogni qualvolta si delinea un cambiamento estetico con nuovi simboli (trattare
dei simboli è precisamente computarli) impone la trasformazione
di giudizi di valore verso nuove concezioni cognitive. Di primo acchito
si ha l'impressione che queste opere rientrino in un ruolo costruttivo
del non equilibrio caratteristico dei fenomeni dissipativi. Lo sparpagliamento
delle parti che compongono l'opera sulla parete della stanza genera disordine,
disordine che è ordine, caos perché manca la sequenza logica;
i movimenti delle parti hanno aspetto di turbolenza, che cessa dopo l'intervento
perturbativo della mano, mentre le posizioni delle parti si diversificano
in forme irripetibili. Ogni spostamento elimina il precedente, anzi si
dimentica la condizione precedente, il dopo elimina il prima finanche
quella iniziale data originariamente. Dall'evoluzioni probabilistiche
appaiono nuove strutture, nuove situazioni e trasformazioni a differenza
delle cose stabili dove si ha sempre la stessa situazione.
In ultimo l'aspetto più caratteristico rimane pur sempre l'intento
di coinvolgere il fruitore in terza persona (autore, opera, fruitore)
farlo partecipare manualmente, stimolarlo all'immaginazione, alla creatività
di elaborati di suo gusto sconvolgendo in tal modo il concetto di staticità
fra opera ed osservatore.
Vittorio Garetto
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