Renato Barisani


per ingrandire le immagini
cliccare sulle miniature


Il fotogramma, nel mio caso, è una verifica con altro linguaggio, ed è in rapporto con i miei lavori di pittura e scultura. Nello stesso tempo però, è un linguaggio particolare con una sua propria autonomia, e anche molto diverso dalla fotografia (alla quale è apparentemente più legato). Con esso si ha il modo di sperimentare infinite possibilità espressive. E' possibile realizzare così, con oggetti reali, un mondo fantastico, astratto, ove si alternano o coesistono progetto e caso, razionalità e fantasia, organicità e geometria.
Dagli anni '50, mediante le trasparenze del plexiglas e di altri materiali traslucidi, dal 1979 con l'utilizzo di carte di vario spessore dalle particolari sagome e strappi, la luce e l'ombra generano immagini ove la progettazione si arricchisce spesso di effetti imprevedibili.

Renato Barisani

FOTOGRAFIA FLESSIBILE.

Nel 1954 Renato Barisani ha realizzato fotografie manuali che chiamava "fotogrammi" in stretta connessione con le sue ricerche plastiche, di scultore che affidava le proprie proposizioni strutturali geometrizzanti, ma di un costruttivismo tutto ipotetico e disponibile, a materiali nuovissimi, plexiglas soprattutto, articolate decisamente, quelle strutture, nello spazio.
Quei "fotogrammi" . anzi indicavano una sorta di problematizzazione ulteriore delle strutture formali nel rapporto spaziale, fino a corrompere nella proiezione improntuale sulla carta emulsionata una certa nettezza geometrizzante appunto d'origine costruttivo-concretista (non a caso: anticipano infatti d'un paio d'anni, la messa in crisi nella scultura stessa di Barisani, di quella nettezza concretista).
Erano gli anni fortunati del Gruppo Napoletano "Arte concreta", aderente al M.A.C. (Movimento Arte Concreta), e "fotogrammi" figuravano accanto a "strutture e pitture" nella mostra degli esponenti del gruppo alla Galleria Medea, a Napoli, nel 1954 stesso: con Barisani, De Fusco, Tatafiore. Venditti. Ne realizzava infatti anche il compianto Tatafiore, oggi assai mal noti e sui quali Luigi P. Finizio ha portato recentemente l'attenzione (quelli di Barisani li ho segnalati nella monografia del 1976).
Gli interessi di Barisani nei suoi "fotogrammi" del 1954 (realizzati in realtà appunto per impronta diretta in negativo di luce, sulla carta emulsionata, quindi senza tramite di pellicola, ed effettivamente di "fotogramma") erano nella sostanza dinamico-spaziali. E quei fotogrammi s'iscrivevano agevolmente in una linea di fotografia sperimentale che risaliva specificamente piuttosto a Moholy-Nagy e a Veronesi (cioè in una linea tutto sommato concretista) che non a quella, più fantastica e a volte fantasiosa, di Langdon Coburn, di Schad, di El Lisitskij stesso, e di Man Ray, infine di Hausmann, pur nella comunanza della soluzione improntuale.
Nel 1979 Barisani ha realizzato altri "fotogrammi" che sono invece spaziali soltanto in senso bidimensionale, cioè nell'ambito dell'estensione della superficie sulla quale definiscono, per sovrapposizione di sagome, dai profili spesso irregolari, di carta, ampie campiture sia del fondo bianco sia dei "segni" che vi si appongono, con un effetto che Barisani ritiene di "gioco ambiguo di natura e artificio, di forme indistinte e forme geometriche" in un effetto di certa casualità al quale sottostà tuttavia una solida e controllata soluzione compositiva strutturale.
Questi "fotogrammi", immaginativamente mutuati nei modi compositivi dal "collage", rappresentano, mi sembra, delle proposte decisamente nuove rispetto ai "fotogrammi" del 1954 e alla tradizione alla quale questi si rifacevano.

Enrico Crispolti

(Testo di presentazione per la rassegna FOTOGRAFIA FLESSIBILE a cura di Enrico Crispolti stesso e della Cattedra di Storia dell'Arte Contemporanea della Facoltà di Lettere delI'Università di Salerno, coordinata da Enrico Salzano e Antonio Tateo, con la collaborazione di Lucilla Clerici. Spazio per l'Immagine "La Boite" - Salerno - novembre 1980 - giugno 1981.)


RENATO BARISANI pittore e scultore, è nato a Napoli nel 1918. La sua formazione si matura a Napoli ed a Monza.
Nel 1937, infatti, consegue il diploma in scultura presso l'lstituto Statale d'Arte di Napoli vincendo, nel contempo, una borsa di studio che gli consente di seguire i Corsi di Perfezionamento dell'lstituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA) di Monza ove ebbe come insegnanti R. De Grada, M. Marini, G. Pagano, A. Pica e P. Semeghini.

Rientrato a Napoli dopo due anni, precisamente nel 1941, si diploma in scultura presso l'Accademia di Belle Arti di questa città. Formatosi nel 1947 il "Gruppo Sud", Barisani vi aderisce e partecipa alle esperienze comuni fino al 1950 quando se ne dissocia per formare con R. De Fusco, G. Tatafiore ed A. Venditti il "Gruppo Napoletano di Arte Concreta". Dal 1953 al 1957 il Gruppo Napoletano Arte Concreta aderisce al Movimento Arte Concreta di Milano e, nel periodo 1960 - 1963, Barisani fa parte della Nuova Scuola Europea di Losanna. Dal 1975 al 1980, poi, è presente nel gruppo "Geometria e Ricerca" partecipando a tutte le attività di questo sodalizio. Dal 1984, Barisani rivolge la sua attenzione ad una nuova ricerca che egli stesso chiama "astrazione organica".

Dal 1957 Barisani si dedica, con continuità, alla progettazione di gioielli.
Invitato nel 1962 alla Biennale di Venezia con un gruppo di opere e nel 1972 con delle grafiche.

Dal 1964 ad oggi ha realizzato circa 200 ceramiche (le ultime esposte nella mostra ARTEINCERAMICA nel Palazzo Reale di Napoli ed a Stoccolma presso l'lstituto Italiano di Cultura nella mostra AREE MEDITERRANEE) e, nel 1996, ha prodotto alcuni mosaici (Fascia gialla e rossa cm 150 x 300 esposto nella mostra ARTEINMOSAICO nel Palazzo Reale di Napoli).

Da ricordare la partecipazione a BANDIERE DI MAGGIO (Napoli Piazza del Plebiscito Maggio - Giugno 1998).

Gli sono stati assegnati numerosi premi l'ultimo dei quali è stato il: Pollock-Krasner Foundation New York 1993.

Sue opere sono presenti in numerose collezioni di Enti pubblici e di privati e nelle raccolte delle seguenti Istituzioni Pubbliche: Museo Revoltella di Trieste, Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Termoli, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Civica Galleria d'Arte Moderna di Bologna, Museo Gibellina di Trapani, Galleria Comunale d'Arte Moderna di Rieti, Civica Galleria d'Arte Moderna di Torino, Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, Galleria Comunale di Torre Pellice, Civica Galleria d'Arte Moderna di Verona, Galleria Comunale d'Arte Moderna di Macerata, Galleria d'Arte Moderna "Villa Guinigi" di Lucca, Museo Giulio Bargellini di Pieve di Cento e Museo di Capodimonte Napoli.


© Il copyright relativo alle immagini delle opere appartiene ai rispettivi autori.
Per contattarli o per informazioni sul loro lavoro potete scrivere all'indirizzo:

miccal@caldarelli.it

HOME