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Gianni Secomandi
Cammino delle anime - 1975
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"Oltre la soglia dello specchio, per Secomandi esistono nuovi mondi, un cosmo
intero nel quale "strutture germinali " entrano a far parte di uno
spazio che si sviluppa specularmente in dimensioni macro-microcosmiche: arguisce
pulsioni, presenze sottili e con un gesto tradotto immediatamente in segni iconici
ne annota le tracce. Spazio e tempo sono coordinate essenziali dell'opera di
Secomandi. [...] Il momento dell'azione poetico-pittorica è logoiconica
per lui (computa la data, le ore, i minuti e i secondi dell'evento), è
un'estasi psichica altrettanto tesa quanto lo spazio orientato entro cui avviene,
per sintonia, il rivelato. Solo un'opera e precisamento quell'opera, dice, può
essere eseguita in un determinato momento e luogo. Secomandi si autoinveste
di qualità demiurgiche quando, concentrando la luce solare attraverso
la lente, riproduce quelle bruciature che saranno poi le sue stelle posizionate
con precise postille alfa-numeriche. Spesso unisce con bruciature lamine metalliche
a carte da disegno che occupano due zone differenti del dipinto pur sovrappondendosi
lungo un orizzonte di giunzione. [..] Secomandi tramite le immagini cosmiche
e con gli specchi proietta il sé interiore nel cosmo, rivelando in se
stesso una dimensione che trascende l'individualità consueta del corpo
biogenetico.E in questo pervenire conoscitivo di una ricerca apparentemente
in due direzioni opposte si disvela all'essere "l'altro da sé"
nelle matrici più profonde dell'esistenza". (Piero V. Vocris)
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