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Bruno Signorini - antologia critica

"Architetto, perugino, docente di scenografia all'Accademia della sua città, Bruno Signorini si dedica alla ricerca e sperimentazione artistica nello spazio dell'avanguardia con tecniche e materiali composti e suggestivi, progettando un riscatto, si direbbe umanistico, di oggetti e costruzioni. Operazioni intelligenti, eleganti, a volte sofisticate, fra sorprendenti reperti geologici, grazia manuale, variabilità fenomenologica, risorse fotografiche, gioco metaforico, rivelazioni del particulare. Un'arte che, saggiando le esperienze più drammatiche del divenire estetico contemporaneo, scopre ed isola, nell'autonomia magica delle reliquie, i momenti lirici, i segnali di un ordine architettonico".

Alberto Sala "II Giorno"


 

"A giudicare dalle opere realizzate l'architetto Bruno Signorini è certo un artista ricco di fermento, di proposte, di iniziative. Si può ben capire come egli abbia sentito nascere e sviluppare in sé il desiderio di configurare un linguaggio a un patrimonio spirituale e di emozioni che fosse ad un livello banalmente figurativo e ripetitivo, ma che si servisse di un linguaggio astratto per dare forma concreta e varia a quelle emozioni.
In questa esperienza entra anche una sensibile e necessaria cultura che è alla radice delle sue strutturazioni, della sua particolare dimensione dello spazio".

Arturo Bovi


"Parallela, non solo nella temporalità, ma anche per una certa coincidenza di interessi e di modalità operative e anche divergente, quasi una traccia in negativo rispetto alla positiva attività di architetto, si sviluppa questa ricerca di Bruno Signorini. Egli produce, accanto alle più rigorose ipotesi progettuali e ai disegni da realizzare come architetture pubbliche e private, una strana imagerie; o meglio, si dedica a gesti ed esperimenti underground. Gioca, si direbbe, con materie e strumenti in dotazione dell'architetto e anche con i segni e i fantasmi della pittura, affascinato e ironico di mezzi e di tecniche offerti dalle industrie antiche e nuove".

Elda Fezzi


 

"L'accento cade sul senso dei segni e con altrettanto rilievo sui nonsegni che è poi lo specifico di questa opera: non segni come elemento del significante (Renato De Fusco).
Le figure o nonsegni articolabili in linee, punti e superfici sono in sintonia con la pratica parallela del linguaggio visivo (pittura) in cui Signorini opera attivamente.
I nonsegni o sottosegni assumono la loro parte convergendo nel progetto, mai definitivo: non sono architraccia fuori del contesto architettonico, ma varianti e verifiche demitizzanti".

Dante Filippucci

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