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Remo Bianco
non mi aspettavo! - 1973
collage 50 x 70

REMO BIANCO (Milano 1922-1988) sviluppa fin da giovanissimo una forte inclinazione alla vita d'arte. Nel primo dopoguerra, ripresi gli studi d'arte, interrotti perche richiamato in marina, frequenta Brera e l'ambiente artistico milanese; in quegli anni conosce De Pisis, Nicola Benois, Aldo Carpi, Sironi, Carrà, Savino, Soffici e Montale. Ma è nel 1948 che prende l'avvio il percorso artistico di Remo Bianco sia in Italia che all'estero. Figurativo inizialmente, Bianco ben presto inizia a sperimentare con varietà effervescente i materiali alternativi e ad approfondire in più direzioni il proprio sperimentalismo innato che avrebbe negli anni sempre più caratterizzato la propria produzione. Utilizza vetro, legno, lamiera, plastica, gesso; indaga la terza dimensione operando a cavallo fra pittura e scultura in modo del tutto singolare, scavando, intagliando e sovrapponendo; sono le opere che lui chiama "3D". Successivamente ad un lungo soggiorno di studio in America (vi conosce Burri, Klein e Pollock), al proprio rientro in Italia smembra nei "Collages" le proprie esperienze segnico-gestuali. In seguito, come naturale sviluppo di questa produzione nascono i "Tableaux Dorés" che daranno a Bianco la gratificazione del pieno consenso della critica ufficiale e del pubblico. Ma il suo spirito di ricerca non trova requie e negandosi ad un facile successo nella infinita reiterazione di un unico clichè affronta e approfondisce ancora nuove tecniche. Sono gli anni delle "Impronte viventi", delle "Performances", delle "Sovrascritture", delle "Appropriazioni",delle "Sculture calde", e poi ancora successivamente dell' "Arte sadica", "Arte masochista", "Arte elementare", dei "Quadri parlanti" dalla "Gioia di vivere"....

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