Archivio Attivo Arte Contemporanea
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COSMOGONIE
il grande mistero dell’universo esplorato da
Paolo Barlusconi
progetto culturale interdisciplinare a cura di Michele Caldarelli

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programmi e date degli incontri interdisciplinari


dal 22 aprile al 14 maggio 2017
Cosmogonie è a Chioggia
presso il
MUSEO CIVICO DELLA LAGUNA SUD
 in collaborazione col
Gruppo Culturale Dondi dall'Orologio
per rendere omaggio al carattere interdisciplinare delle ricerche dei Dondi,
tese a studiare l'uomo e il cosmo come parti integranti di un sistema unitario.

In occasione dell'inaugurazione, sabato 22 aprile alle ore 17:30
si terrà un incontro interdisciplinare col seguente programma:

17.30 Saluto delle autorità
17.45
"Cosmogonie" un progetto in progress di Michele Caldarelli, curatore della rassegna
18.00
Uomo, terra, acque e cielo nelle opere di Jacopo e Giovanni Dondi dall’Orologio
intervento di Angelo Frascati, Presidente Gruppo Culturale “Dondi dall’Orologio”
18.15
Intervento di Paolo Barlusconi e visita guidata alla mostra




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INTRODUZIONE ALLA MOSTRA

L’ARGOMENTO del progetto COSMOGONIE è il COSMO. Un cosmo inteso come MULTIVERSO visto, letto e interpretato mettendo a confronto le più diverse teorie che via via vengono raccontate e spiegate in occasione di incontri, manifestazioni e convegni a carattere interdisciplinare. L’intenzione programmatica del progetto, che (alla sua diciottesima tappa espositiva) qui a Chioggia vuole rendere omaggio al carattere interdisciplinare delle ricerche dei Dondi ** (esse stesse tese a studiare l'uomo e il cosmo come parti integranti di un sistema unitario) è quella di sviluppare un clima di sinergia possibile fra le arti e le scienze che non trascuri alcuna disciplina e ne favorisca ispirazione reciproca proponendo interventi di fisici, astronomi, matematici, architetti, poeti, filosofi, astrofisici, botanici... 

IL SENSO del termine cosmogonia contiene il concetto di generazione e, relativamente a ciò, si vuole mettere in luce quanto siano interessanti sia le considerazioni di carattere scientifico sia le interpretazioni di carattere mitologico o fantastico. Gli spunti di confronto nascono pertanto dalle varie visioni del cosmo che la storia dell’uomo ha prodotto nei secoli. Quindi, buchi neri e stringhe cosmiche si pongono sullo stesso piano di stimolo creativo delle visioni del mondo delle civiltà mesopotamiche o precolombiane.

LE OPERE esposte sono realizzate da Paolo Barlusconi con i materiali più disparati di uso quotidiano e di produzione industriale, utilizzati come elementi, segni alfabetici o grammaticali per articolare un racconto. Ogni opera viene creata, più che plasmando la materia secondo i principi della pittura o della scultura, provocando, agli occhi dell’osservatore, una sorta di passaggio di stato degli oggetti utilizzati, ponendo in comunicazione due universi paralleli attraverso una sorta di paradosso. Concentrando l’attenzione sulla forma semplice, propria degli oggetti, resa irriconoscibile ad un primo esame, trasformandola in qualcosa di enigmatico e completamente nuovo. L’estro creativo però non è lasciato al caso... ogni opera viene anzi elaborata tenendo presenti regole e funzioni geometrico-matematiche di proporzionamento (la Sezione Aurea, ad esempio) in base alle quali tutto viene strutturato secondo rapporti di equilibrio la cui ragion d'essere è scandita dai numeri. Operando così una rivisitazione degli oggetti a livello formale, a prescindere dalla loro funzionalità, ogni elemento diventa il mattone, il modulo con il quale viene creata l'opera; si potrebbe parlare di una metamateria, cioè di una materia che va oltre la propria funzione originaria, oppure, anche di una trasfigurazione dell'oggetto di uso comune.

(**) Jacopo Dondi Nel 1313, a vent’anni, fu assunto come medico del Comune di Chioggia. Dopo il 1342 fu chiamato a insegnare medicina a Padova, per rilanciare la facoltà medica, dopo la scomparsa di Pietro d'Abano. Nel 1344 installa un orologio astronomico, a Padova, nel Palazzo dei Carraresi. Nel 1355 pubblica l’"Aggregator medicamentorum, seu de medicinis simplicibus" (1355), un testo prevalentemente focalizzato sui rimedi farmacologici del tempo. Tale opera, strutturata in dieci trattati la dedicò ai medici principianti ed a quelli esperti: l'opera è, infatti, un lessico enciclopedico della letteratura farmacologica e fu uno strumento insostituibile per medici e speziali. Un altro libro di Jacopo, "De Fluxu et refluxu maris", ha chiarito le cause delle maree che troveranno conferma tre secoli dopo con Isacco Newton. Pubblicò anche uno dei primi studi sulle terme euganee, il "Tractatus de causa salsedinis aquarum et modo conficiendi sal artificiale ex aquis Thermalibus Euganeis" (1355), dove, per le acque naturalmente calde egli descrive un metodo di estrazione del cloruro di sodio in due fasi. Questo trattato è il primo studio sulle Terme Euganee. Oltre alla medicina egli insegnò anche l'astrologia, introducendo per l'insegnamento e la pratica dell'astrologia, per primo, a Padova, le "Tabulae de motibus planetarum o Toletanae", attribuite al re di Castiglia, Alfonso X il Savio, e ne elaborò un adattamento al meridiano di Padova. Jacopo fu il vero protagonista dell'evoluzione della scienza padovana, dal magistero di Pietro d'Abano alle più complesse articolazioni disciplinari del primo Umanesimo. Dall'Aponense non derivò teorie particolari bensì la visione generale dell'inscindibile nesso tra medicina e astrologia.
Giovanni Dondi
(figlio di Jacopo) fu autore di varie opere mediche e letterarie; ma la sua fama è legata soprattutto alla realizzazione dell'Astrarium, l'orologio astronomico del quale lasciò una dettagliata descrizione con disegni, il Tractatus astrarii o Planetarium. Nel proemio del Tractatus Giovanni afferma di aver ideato la sua macchina per dimostrare la giustezza della descrizione dei moti dei corpi celesti di Aristotele ed Avicenna, e, precisa, di essersi attenuto alla Theorica planetarum di Campano da Novara, testo della seconda metà del Duecento che costituì la prima esposizione occidentale del sistema tolemaico e che offriva anche specifiche istruzioni per la costruzione di equatoria, strumenti per il calcolo meccanico delle posizioni dei pianeti. Macchina astronomica perfetta, l’Astrarium fu al tempo stesso un misuratore del tempo, un calcolatore analogico e testimoniò lo sviluppo della tecnica dell'orologeria e favorì la costruzione di nuovi orologi pubblici per palazzi e chiese permettendo di leggere senza calcoli i movimenti dei corpi celesti, traducendo in un modello meccanico la teoria cosmologica tolemaica. Capolavoro dell'orologeria planetaria, l'Astrarium non era meno elaborato e sorprendente dal punto di vista tecnico. Giovanni Dondi eseguì personalmente e descrisse ogni fase della sua realizzazione: si servì di normali strumenti da orologiaio e di misure approssimative tratte dall'uso corrente, forgiò, sembra in sole leghe di rame, 297 pezzi, 107 dei quali erano ruote variamente dentate e pignoni. Un disegno di Leonardo da Vinci, a lungo ritenuto dagli studiosi un prototipo di automa, si è scoperto poi non essere altro che un particolare dell’Astrarium (lo scappamento dell'orologio) realizzato da Giovanni Dondi e presente nel Tractatus Astrarii, anno 1364, cioè oltre un secolo prima di Leonardo.

Per saperne di più sui Dondi e Chioggia scaricate il PDF (12 MB)
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