Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c - Como - archivio storico documentativo

CHIACCHIERE LUNATICHE
RICORDI - RIFLESSIONI - PROGETTI - RACCONTI - DOCUMENTI

 

"LA COLLINA DI ALICE"

2000

di

GIROLAMO DALLA GUARDA


Io ti guardo e ti disegno sulla carta bianca.

C'è una collina a Orgiano che ha le tue stesse forme:

il bel profilo, il naso, i seni, il dolce corpo

e sopra un grande cielo.

Quando tu dormi io ti guardo e fumo la sigaretta nella stanza.

I gatti miagolano, i cani ululano per amore.

Nascono fiori di primavera,

entrano i gatti e i cani nella stanza

e io ti guardo e ti disegno sulla carta bianca.


(Girolamo Dalla Guarda)


21 marzo 2000


Girolamo Dalla Guarda
"Il roseto di Lady Moon"
1995
gessetto su carta cm. 35,5 x  31


Girolamo Dalla Guarda
"Il lanciatore di Luna"
1980
tecnica mista su carta  cm. 50 x 35


Girolamo Dalla Guarda
"My  Lady Moon"
1995
gessetto su carta cm. 30 x  28

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AMORI


Prendo gli amori

che vengono dal cielo.

Sono stanco come la terra,

e nudo, sul prato,

grido alle stelle

che cadono sul mio corpo.


(Girolamo Dalla Guarda, 12 agosto 1986)

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CARA


Ti porto a vedere il cielo stanotte!

Sul prato che io solo conosco, vieni?

Ho il cuore caldo e le mani ti cercano.

Guarderemo le stelle,

che sono gli occhi degli artisti e dei poeti,

morti, sepolti nei boschi.

Per questo sai, non ci diremo mai, addio.

Per questo sai.


(Girolamo Dalla Guarda, 1992)

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NEL MIO BOSCO


Nel bosco che io amo,

ho visto un rospo che saltava veloce,

era color terra bruciata, era inseguito a breve distanza

da una biscia lunga e sottile e grigia,

che a tratti si fermava e si alzava dritta

come un periscopio quando perdeva di vista la preda.


Ero incantato, provavo uno stupore felice, accettato.

Ho atteso ancora, paziente,

e tra le fronde ho incontrato la luna,

la volevo mangiare, sì la volevo mangiare!


Un bianco allocco che stava sul ramo del corniolo

mi aiutò a capire che la notte è l'amante della luna,

e si poteva incazzare, mi poteva inghiottire,

farmi perdere in un anfratto, o farmi sbranare.


lo allora uscii lentamente all'aperto,

al chiarore sul prato,

e, come un adolescente per darmi un contegno

mi misi a correre

e a tentare di prendere le falene di scatto,

ma dolcemente tra le dita.


(Girolamo Dalla Guarda, 1985)

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IL SOGNO DELLA MIA STAGIONE


Tiravo i sassi alla luna quand'ero ragazzo,

mangiavo gli acerbi frutti rossi del corniolo

e andavo a piedi nudi

lungo le polverose strade bianche.

Camminavo sulla guazza,

mi rotolavo e mi avvolgevo liberamente

nelle erbe, e sulle foglie marce,

il mio corpo odorava di selvatico.

Ora mangio le rotonde e fragranti pagnotte dei miei sogni

che trovo sulle zolle dei campi appena arati

nella stagione estiva che profuma il mio mondo

di colore e pane.

(Girolamo Dalla Guarda, 12 aprile 1985)




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