Raffaele Iommi
Senza titolo
ceramica - 1989
altezza cm. 28
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(...) Raffaele Iommi inizia nei primi anni ’70 un’ampia ricerca sui
simboli, avvalendosi di diversi mezzi quali l’incisione, la pittura,
la scultura e, negli ultimi tempi, la ceramica. Sebbene si tratti,
in parte di segni contemporanei (appartenenti cioè al patrimonio iconografico
del nostro tempo), non si può non avvertire in essi un risvolto più
antico, ricollegabile a una matrice che ci precede, e situabile in
quella vasta zona, sopra accennata, corrispondente a una condizione
che potremmo definire iniziale o aurorale della scrittura.
L’aspetto pittografico assume in tali lavori carattere dominante,
tenendo conto che esso può dar luogo a una scala molto più ampia di
gradi, per esempio, di arcaicità e di stilizzazione, e comunque di
diversificazione, che variano la distanza di queste “scritture” rispetto
ai modelli originari.
Siamo in presenza di un corpus di grafie e di figurazioni emule dei
linguaggi e dei riti di antiche civiltà ; simboli inneggianti al cosmo
e ai cicli stagionali, celebranti l’uomo – centro di euritmie e di
pulsioni ontiche – nei suoi rapporti di proporzione con la terra e
col cielo, l’acqua e l’ aria, con gli animali e le piante.
Nel prolungare il suo essere per mezzo dei propri strumenti (principalmente
quello della scrittura), l’uomo avvierà un processo di rispecchiamento
del mondo che non cessa di conoscere se stesso attraverso noi.
Potremmo immaginare, tracciata nella vita dei popoli, come una grande
linea raffigurante questo processo; linea di cui l’autore si incarica
di restituirci alcuni tratti interpolando una traiettoria filogenetica
del segno al quale collega, in un percorso ideale, le antiche culture
magico-religiose alla nostra.
Emergono, così, le raffigurazioni di un pensiero pervaso di miti e
attraversato dai sogni dell’infanzia psichica dell’umanità: simboli
teriomorfi e formule apotropaiche, o puri significanti, polarizzati
da una campo semantico sconosciuto, che non rinunciano a esercitare
il loro potere suggestivo.
Di fronte a una tale rappresentazione pittorica, che pure evidenzia
aspetti complessi e a prima vista enigmatici, l’osservatore riconoscerà
una tendenza – caratteristica dell’opera di questo autore – che consiste
nell’arcaicizzare iconografie contemporanee e nell’influenzare, al
contempo, antichi segni mediante quelli della civiltà moderna. (...)
Brano tratto da Origini, quadrimestrale
di-segno e Poesia
Reggio Emilia novembre 1994
Alessandro Catà
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