Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'Arte Il Salotto via Carloni 5/c 22100 Como
ANIMA-LI

mostra tematica interdisciplinare
21 febbraio al 1 aprile 2004

 

Lorenzo Amadori
Senza titolo

tecnica mista su tela - 1997
cm. 70 x 100


La verità provvisoria
(teoria del salmone)

Caro Lorenzo,
grazie per l'ultimo disegno che mi hai inviato, un vero trittico (circumpolare?) con balena e pinguino a guardia assorta del gatto bislacco mentre l'elicottero, moderno e "aereo" veicolo, li attende in volo per "traghettarli" al nuovo anno. Eccomi perciò a scriverti piuttosto che a scrivere di te poiché desidero far proseguire questo carteggio che tu stesso hai avviato e tanto intriga la mia immaginazione. Così facendo, vorrei ancora una volta rompere le righe del formalismo compassato della critica d'arte. Sono convinto della maggior efficacia della dinamica interlocutoria, sia che la si conduca sul campo, possibilmente fra gli odori dei colori, sia in forma epistolare piuttosto che di epitaffio culturale... non mi piace scrivere in bella calligrafia "qui giace ben composta la salma dell'arte" perché è meglio il "salmone" mentre risale la corrente del fiume con energia, benché se ne possa a buon diritto apprezzarne il sapore col burro sui crostini abbrustoliti... Tutto è vero e anche questo è vero, non occorre mentire per poi smentire e, se è possibile un rinnovamento del rapporto fra arte e critica, possiamo fondarlo sulla potenzialità di quella che indicherei come "verità provvisoria". Troppo spesso il "salmone" lo incontriamo e riconosciamo solo in scatola, prelibato ma, occhio anche alla scadenza alimentare, incapace ormai di riprodursi. Tutta l'arte ufficiale e, corollario, la critica che la informa o la "deforma" (come il salmone in busta sottovuoto) rientrano negli stilemi linguistici che, nel consentire l'omologazione culturale, le pastorizza sterilizzadole. Carattere specifico dell'invecchiamento intellettuale e corporeo, come sai, sono la perdita di flessibilità e l'infiacchimento della dinamica di sviluppo fino all'azzeramento vitale... così accade anche al pensiero artistico che, a tempi alterni, si "arricciola" letteralmente nel vicolo cieco della autoreferenza. Qui, probabilmente, si radica la categorizzazione della storia dell'arte ma, per certo, soccombe anche la generosità dell'invenzione in favore della certezza di aver raggiunto l'essenza del vero. Ma è la storia stessa che a distanza di tempo ci rivela poi a sua volta come ognuna di queste verità intraviste come assolute e definitive sia comunque provvisoria... e allora? Tu mi chiederai... Allora non resta che navigare il fiume del tempo entro il cui alveo tutto scorre e tutto si cela dando corpo contemporaneamente all'evidenza dell'esistere, splendente superficie che sovrasta la profondità del mistero, e alla liquida turbolenza dell'ignoto che si incunea fra le rocce del fondo. Arte e follia nell’impeto di libertà che le conduce verso l’ignoto si nutrono spesso del medesimo alimento (tu stesso me lo insegni) e mostrano lucido ardimento apparentemente finalizzato ad una meta irraggiungibile, oltre le acque genitrici del mondo, in quel luogo del tutto mentale da cui ogni cosa trae origine e verso il quale tutto ritorna. Per fare ciò, come un marinaio affronta le correnti e i venti contrari inaspettati, così l’artista deve orientare il cuore pilotandone i moti ma, soprattutto, prima conoscendolo e poi liberandolo, rendendolo "folle".
Con una metafora più moderna possiamo affermare che nessuno più di un pilota conosce la "follia", anche senza azzardare imprudenze, nel coordinare le fasi del motore con l’andatura della vettura... alternando i regimi di marcia innesta la prima, la seconda... esercita energia corporea e mentale staccando la frizione e lasciandosi portare dall’accelerazione successiva. "Metta in folle... ricordo le parole di chi mi aiutava in un momento di difficoltà meccanica mentre, dopo una vigorosa spinta, aggiungeva... inserisca la marcia... acceleri...". "Vrrom!" Rispose vivace il motore resuscitato dalla temporanea inerzia... ecco, una cosa molto simile mi è accaduta nel leggere qualche tuo dipinto... "Vroom!" ha risposto questa volta un altro tipo di motore, non dentro perché è cavo, ma molto vicino al cuore, da dove si irraggia un particolare tipo di energia. Con un concetto palindromo potrei definire questo raccontino come una parabola sull’arte del guidare e/o, appunto, sul guidare dell’arte. La "follia" sta, in entrambi i sensi di lettura, nella temporanea quanto essenziale assenza del rapporto di marcia, nella "liberazione" dalla consequenzialità razionale per poi riassoggettarvisi in forma mutata, altra, magari eccentrica o inversa per saggiare la potenza del "motore" o comprenderne la vera natura. E... ogni tanto, come fa il salmone, con coraggio, con la forza del cuore bisogna risalire la corrente. Ti auguro di riuscire a lungo nell’applicare questa che, come ho sottotitolato, è appunto la teoria del salmone... non quello affumicato però, ricordatelo!

Con amicizia

Michele Caldarelli
Gennaio 1999

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