Archivio Attivo Arte Contemporanea
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Galleria d'arte "Il Salotto"
Via Carloni 5/c
- 22100 Como Italia
telefono 031/303670
mostra numero 732 – dal
3 aprile al 25 maggio 2004
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Amilcare Rambelli
"sculture e disegni"
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Nascono da un profondo studio e
osservazione della natura e dell'uomo, le opere di Amilcare Rambelli (Milano
1924-1976) artista che sin dagli anni del dopoguerra si inserisce e distingue,
nel panorama diversificato della scultura italiana, con una ricerca formale
assai complessa per contenuti e tecnica.
Alla base del suo lavoro vi è la concezione della scultura vista come energia
costruttiva della materia riaffermata attraverso una sperimentazione dei materiali
assai spericolata per i suoi tempi dalla terracotta all'acciaio, dal bronzo,
ferro, ottone alla carta, plastica, plexiglas. Tra i primi ad intessere un rapporto
tra arte e industria, tra opera d'arte ambiente e architettura della città,
nel 66 si presentava al pubblico con una monumentale scultura in cemento ad
Abano Terme e un'opera abitabile di 4 metri per 33 per il padiglione della manifattura
Ceramica Pozzi per la Fiera di Milano.
La sua scultura fu sempre improntata non alla rappresentazione bensì alla destrutturazione
delle immagini e dei corpi, fatti di esplosioni-nascita che squarciano superfici
rugose, durissime, sono lacerazioni, strappi, solchi, corrugamenti di una naturalità
elementare che gli deriva dall'attaccamento alla sua terra d'origine l'Abruzzo
e che per contrasto, egli inserisce in contesti architettonici di lastre lucenti,
lamiere piegate e ritorte, trattenute in un reticolato di cavi che alludono
al disagio psicologico e fisico avvertito dall'uomo moderno.
"Amilcare Rambelli, scultore tra i maggiori, nelle premesse di poetica
e nei risultati, su di un piano internazionale - come puntualizza Luciano
Caramel nella sua presentazione alla recente mostra antologica presentata a
Teramo nel gennaio scorso - tra quanti operarono negli anni Sessanta-Settanta,
i pochi che gli furono concessi per applicarsi con propositività interrogativa
ai problemi di un linguaggio appunto allora ridiscusso negli stessi fondamenti
statutari, fino a mettere in dubbio la legittimità nella nuova congiuntura storica,
per il sostanziale giro di boa che dal clima post-informale l'intera arte occidentale
si trovò ad affrontare"..
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